Phrixocephalus cincinnatus

𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞?

“Toh guarda, una sogliola già pronta per i festeggiamenti di Capodanno, con tanto di cotillon in testa”. Trafficando sul web per lo spiegone sui pesci piatti, sono inciampata in questa foto. Approfondendo un pò l’argomento, per la solita curiosità che mi attanaglia, ne vedo altre, di foto simili. E compare il nome di Phrixocephalus cincinnatus.

Con mia smisurata meraviglia trovo una pagina Facebook che tratta esclusivamente di parassiti. Ora mi sento meno sola, sapendo che al mondo c’è chi fa amorevole divulgazione su animali considerati inutili o dannosi. I parassiti lo sono senza dubbio, se rapportati agli organismi parassitati. Ma anche loro hanno diritto di esistere, sempre perché la selezione naturale e la loro capacità di adattamento li ha ‘trasformati’ in esseri viventi capaci di sfruttare nicchie ecologiche e reti trofiche meglio di chiunque altro.

Torniamo al Phrixocephalus cincinnatus, che col clima attuale infesta i mari dell’America settentrionale, parassitando di preferenza pesci piatti. Studi recenti e ancora in fase di svolgimento avvertono che col cambiamento climatico in atto, numerose specie animali e vegetali migreranno verso ambienti prima di allora mai colonizzati. Quindi stiamo all’erta.

Il parassita è un crostaceo Pennellide della classe dei copepodi. I copepodi sono di dimensioni molto piccoli e rappresentano la maggior fonte di proteine presente nelle acque salate e dolci del globo. Si sono insediati in ogni habitat possibile, basta che ci sia abbondante acqua da garantirgli protezione e nutrienti. Li troviamo addirittura nei calici delle bromeliacee. Alcuni copepodi sono utilizzati per debellare le larve di zanzare nelle pozze d’acqua. Il 25% delle specie di copepodi però non si accontentano di mangiare fitoplancton (l’insieme degli organismi autotrofi fotosintetizzanti presenti nel plancton). Si sono specializzati nel parassitare altri esseri viventi.

Phrixocephalus cincinnatus è uno di loro ed ha indubbiamente un suo fascino. La lunga sezione apicale, quella che sembra un lombrico pallido, è la sacca che contiene le uova. Il tronco è quella sezione più grossa, a salsicciotto, direttamente attaccata alla palpebra del pesce. Ma la parte più curiosa è quella che non si vede: il cefalotorace e le antenne del crostaceo si sono unite a formare un “gancio”. Il gancio penetra inizialmente al di sotto della palpebra della povera vittima, di preferenza quella destra. Invade dapprima la sclera, poi la coroide, infine la retina dell’occhio con un articolato sistema di protuberanze simili alle radici di una pianta.

Ovviamente avere un corpo estraneo nell’occhio provoca non pochi disturbi al pesce ospite. Il gancio del crostaceo provoca un’ematoma nel tessuto oculare; il sangue che vi si concentra diventa la fonte di cibo per il Phrixocephalus cincinnatus. L’occhio parassitato va incontro a cecità per necrosi dei tessuti, rendendo la sopravvivenza del pesce sempre più difficile. Ma lo scopo del crostaceo è stato raggiunto. Avrà avuto il tempo necessario per portare a maturazione le sue uova e a rilasciarle nell’ambiente, prima che il pesce invalido venga predato.

Se l’argomento vi interessa, consultate l’articolo: https://digitalcommons.unl.edu/cgi/viewcontent.cgi?article=1468&context=parasitologyfacpubs

Invece la pagina FB a cui accennavo all’inizio, è questa: https://www.facebook.com/profile.php?id=100094559030111

ᶠᵒᵗᵒ: ʰᵗᵗᵖ://ᵈⁱᵛᵉʳ.ⁿᵉᵗ/ᵇᵇˢ/ᵖᵒˢᵗˢ⁰⁰²/⁷¹⁰¹⁶.ˢʰᵗᵐˡ &
ʰᵗᵗᵖˢ://ʷʷʷ.ⁱⁿᵃᵗᵘʳᵃˡⁱˢᵗ.ᵒʳᵍ/ᵗᵃˣᵃ/¹⁰⁶⁹¹¹⁵⁻ᴾʰʳⁱˣᵒᶜᵉᵖʰᵃˡᵘˢ⁻ᶜⁱⁿᶜⁱⁿⁿᵃᵗᵘˢ/ᵇʳᵒʷˢᵉ_ᵖʰᵒᵗᵒˢ

Phrixocephalus cincinnatus su sogliola (Parophrys vetulus)
Phrixocephalus cincinnatus su sogliola (Parophrys vetulus)
Phrixocephalus cincinnatus
Phrixocephalus cincinnatus