๐๐จ ๐ฌ๐๐ฉ๐๐ฏ๐ข ๐๐ก๐?
Tra qualche settimana troveremo nuovamente i sentieri di media montagna invasi da scie di bestioline striscianti, chiamate – proprio per la loro propensione a muoversi incolonnate – ๐ฅ๐ง๐ค๐๐๐จ๐จ๐๐ค๐ฃ๐๐ง๐๐. La tassonomia (cioรจ il sistema universale di assegnare ad ogni specie vivente due nomi derivati spesso dal latino) รจ molto magnanima, le definisce ๐๐ฉ๐ข๐ถ๐ฎ๐ฆ๐ต๐ฐ๐ฑ๐ฐ๐ฆ๐ข ๐ฑ๐ช๐ต๐บ๐ฐ๐ค๐ข๐ฎ๐ฑ๐ข, quasi poetica.
La processionaria, o meglio, la sua larva si nutre delle gemme di Pino nero (๐๐ช๐ฏ๐ถ๐ด ๐ฏ๐ช๐จ๐ณ๐ข) o Pino silvestre (๐๐ช๐ฏ๐ถ๐ด ๐ด๐บ๐ญ๐ท๐ฆ๐ด๐ต๐ณ๐ช๐ด), non disdegnano perรฒ nemmeno larici e/o abeti bianchi.
Ma facciamo un passo indietro.
Mamma processionaria depone tra le 100 e le 280 uova tra gli aghi dei pini, verso luglio – agosto. A settembre le uova si schiudono e le larve iniziano voracemente a mangiare gli aghi piรน teneri, quindi quelli apicali, della pianta. Ai primi freddi le larve, pasciute, intessono i loro bozzoli, bianchi, compatti, sericei, svettanti. A volte riutilizzano quello rimasto appeso intatto ed ereditato dalla generazione precedente.
Vi trascorrono l’inverno protette e al calduccio, sia per il gran numero di sorelle e fratelli presenti, sia per la posizione solitamente soleggiata in cui hanno posto il bozzolo. A primavera escono, scendono lungo il tronco e iniziano a perlustrare il terreno nelle strette vicinanze. Lo fanno in fila indiana, lunga anche alcuni metri, attraversando sentieri, sterrati, muretti, asfalto, una attaccata al didietro della precedente.
Scelto il terreno giusto, si incrisalidano tutte assieme a 10 cm di profonditร , attendendo la “muta”. Le crisalidi possono restare in diapausa anche per 7 anni, dopodichรฉ ne escono, ormai adulte a luglio. Si sono trasformate in bell…ehm…insomma carucce farfalle dalle abitudini notturne. E per le femmine ricomincia il ciclo.
I danni alle pinete, specie quelle a quote basse dove le temperature invernali miti non causano la morte delle larve, sono evidenti. Gli apici si deformano, desquamano e seccano, sottoponendo l’individuo a notevole stress.
Ma il fastidio procurato dalle simpatiche bestiole non si ferma qui. Le larve sono coperte di peletti urticanti che, se sollecitate, possono essere liberate nell’aria. Per l’uomo, che non soffra di reazioni allergiche e venga a contatto con larve o peletti, il prurito perenne e incontrollato si risolve alla peggio con cortisonici e antistaminici (parlo per esperienza personale). Invece i cani che inavvertitamente leccassero o inalassero i peletti, possono andare incontro a cancrena dei tessuti colpiti e conseguente morte.
Quindi, prestiamo particolare attenzione, soprattutto se portiamo a spasso i nostri quadrupedi, ad evitare il contatto anche fortuito con le larve. E consiglio anche di non accanirsi contro tutto ciรฒ che possa sembrare alla lontana una larva di processionaria. Se trovate un bruco peloso, non รจ detto che sia una ๐๐ฉ๐ข๐ถ๐ฎ๐ฆ๐ต๐ฐ๐ฑ๐ฐ๐ฆ๐ข ๐ฑ๐ช๐ต๐บ๐ฐ๐ค๐ข๐ฎ๐ฑ๐ข; meglio passare oltre e lasciare che madre natura faccia il proprio corso.
Tra gli anni 1998 e 2021 le Regioni particolarmente colpite dalle infestazioni si erano impegnate a contenerle (se non eradicarle), posizionando trappole fisiche e chimiche nelle pinete piรน soggette. Visto l’insuccesso della campagna, ad oggi non vige piรน l’obbligo di segnalare la presenza di larve o bozzoli nรฉ di asportarli, e si spera che la popolazione di processionarie si riduca per progressiva mancanza di risorse trofiche.
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