𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐚𝐭𝐞 𝐜𝐡𝐞?
No, questo non è uno spiegone pubblicitario per abbigliamento, anche se cercando in rete gli epiteti “𝙧𝙖𝙜𝙣𝙤 𝙘𝙖𝙡𝙯𝙖” mi vedo invitata da più siti ad acquistare indumenti di una certa marca. Invece voglio parlarvi di 𝘈𝘵𝘺𝘱𝘶𝘴 𝘱𝘪𝘤𝘦𝘶𝘴 presente – o più precisamente, rilevato – in Friuli VG in un’unica stazione: presso le paludi del Corno, comprese nel biotopo di Gonars (ZSC, zona speciale di conservazione, dal 2013).
Ma perché dedico un intero spiegone a questo ragno? Perché ha caratteristiche morfologiche e comportamentali davvero uniche, degne di nota. Iniziamo dalla morfologia. Come potete vedere dalle foto a fondo spiegone, il maschio è nero lucido, con alcuni individui che presentano addome brunastro; le femmina invece sono bruno scuro con riflessi violacei. Le 𝙙𝙞𝙢𝙚𝙣𝙨𝙞𝙤𝙣𝙞 sono 𝙖𝙨𝙨𝙖𝙞 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙚𝙣𝙪𝙩𝙚: i maschi arrivano a malapena a 10 mm, mentre le femmine raggiungono i 15 mm. Hanno 𝟴 𝙤𝙘𝙘𝙝𝙞, posti molto ravvicinati sul vertice del capo.
Ma l’aspetto più interessante (e forse inquietante) sono i suoi 𝙘𝙝𝙚𝙡𝙞𝙘𝙚𝙧𝙞, o zanne. Sono enormi, se rapportate alle dimensioni del ragno, orientati in avanti, con uncini paralleli e incurvati all’indietro (vedi foto delle zanne che spuntano dalla tela). E sono proprio i cheliceri ad assegnare il nome specifico al ragno. ‘𝘈𝘵𝘺𝘱𝘶𝘴’ deriva dal greco ‘ᾶ-‘, con valore di negazione della parola seguente, e ‘τύπος typos‘, cioè forma, immagine, tipo, ad indicarne la forma atipica, sproporzionata. Invece ‘𝘱𝘪𝘤𝘦𝘶𝘴’ indica il colore nero ‘come la pece’ dell’animale.
Altra caratteristica singolare: le 𝙛𝙞𝙡𝙞𝙚𝙧𝙚, cioè quelle appendici posteriori che secernono la seta con cui i ragni tessono la loro tela. I ragni del genere Atypus le hanno molto pronunciate e sono presenti già dallo stadio ninfale, quando l’individuo misura meno di mezzo millimetro.
Chi mi legge da un pò, sa che in natura nulla è casuale; c’è sempre un motivo, una causa scatenante, un effetto. Per il ragno calza, sia i cheliceri che le filiere sono un adattamento vincente. Infatti la sua tecnica di caccia è eccezionale.
Sia il maschio che la femmina scavano nella lettiera o terriccio una galleria lunga anche 30 cm. orientata, dopo un primo breve tratto verticale, in orizzontale. Ricoprono la galleria di tela, per rendere la dimora più accogliente. All’imbocco continuano a tessere la tela, formando un tubo esterno che assomiglia a una 𝙘𝙖𝙡𝙯𝙖, lungo 8/10 cm. chiuso all’estremità terminale. Se osservate la foto sotto, sembra una radice affiorante. Poco sotto all’imbocco, nel terriccio morbido, i ragni allargano leggermente la galleria, per potersi mettere comodi e in attesa.
Aspettano che un malcapitato animale, insetto, lombrico, bruco, si posi sul tubo esterno. Scattano veloci, restando nella calza, verso l’origine della vibrazione. Con gli enormi cheliceri bucano la tela, afferrano la preda e la trascinano all’interno, dove se ne ciberanno in tutta sicurezza. Il foro prodotto nella calza sarà riparato in tempi brevissimi.
La femmina resta per tutta la sua esistenza nel proprio tubo, mentre il maschio, completata l’ultima muta che lo porta ad essere sessualmente maturo, abbandona il suo per accoppiarsi. Va alla ricerca della partner tra marzo e luglio. Non appena individua una calza setosa tessuta da una femmina, ne scioglie coi succhi gastrici il tappo di chiusura. L’accoppiamento ha luogo nella galleria sotterranea, dove la femmina depone in seguito l’ovisacco. In autunno dalle uova escono i piccoli, fino a 100, che trascorrono con mamma ragna tutto l’inverno.
In primavera i piccoli escono dalla tana materna e si assembrano tutti assieme sulla vegetazione circostante, dove tessono una tela, simile a una tenda da campeggio, e compiono il ballooning. Cioè quella tecnica di dispersione per cui, aspettando una folata di vento, la tela contenente i ragnetti, viene sollevata e trasportata dal vento lontano dall’area di origine.
Lo stadio giovanile del ragno calza dura 4 anni, dopodiché avrà raggiunto l’età adulta e riproduttiva. L’aspettativa di vita dell’adulto è di 8 – 10 anni.
Ultima curiosità: i contadini dei Carpazi raccolgono le calze esterne, le tagliano longitudinalmente e ne preparano dei cerotti medicamentosi che applicano su tagli e abrasioni cutanee. Pare infatti che l’alto contenuto di proteine, di cui è formata la seta, abbia notevoli proprietà antisettiche e cicatrizzanti.
Ecco qui la check-list dell’araneofauna eseguita sui biotopi friulani. Spulciandola, si trovano altre numerose presenze rare e insospettabili. Attendo vostre richieste di spiegoni specifici in merito.
ᶠᵒᵗᵒ ⁽ᴬᵗʸᵖᵘˢ⁾: ʰᵗᵗᵖˢ://ʷʷʷ.ᵍᵃˡᵉʳⁱᵉ⁻ⁱⁿˢᵉᶜᵗᵉ.ᵒʳᵍ/ᵍᵃˡᵉʳⁱᵉ/ʳᵉᶠ⁻¹⁰⁶⁶¹.ʰᵗᵐ ⁻ ⁽ᶜᵃˡᶻᵃ⁾: ᴬˡᵃᵐʸ ⁻ ⁽ᶻᵃⁿⁿᵉ⁾: ʰᵗᵗᵖˢ://ᶠᵒʳᵘᵐ.ᵃʳᵃᶜⁿᵒᶠⁱˡⁱᵃ.ᵒʳᵍ/ᵗᵒᵖⁱᶜ/¹⁷⁹²⁹⁻ᵃᵗʸᵖᵘˢ⁻ˢᵖ⁻ᵉˢᵖᵉʳⁱᵉⁿᶻᵃ⁻ᵈⁱ⁻ᵃˡˡᵉᵛᵃᵐᵉⁿᵗᵒ/