Il re dei ratti

𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞?
Inizia la sfilza di festività e siamo tutti più inclini a mangiare troppo; questo spiegone vagamente splatter indurrà al digiuno; potete rileggerlo all’occorrenza😆.

Il ratto comune (𝘙𝘢𝘵𝘵𝘶𝘴 𝘳𝘢𝘵𝘵𝘶𝘴) è un roditore infestante, originario dell’Asia, giunto in Europa presumibilmente con le navi rientranti dalle crociate in Terra Santa. E’ presente ormai in tutto il mondo, grazie ai commerci e viaggi intercontinentali.

Oltre alla pessima reputazione di veicolare epidemie, danneggiare le coltivazioni, contaminare alimenti, sterminare specie animali autoctone, detiene anche un curioso primato: di aver dato luogo a una leggenda metropolitana che si è rivelata essere vera e verificabile, nonché scientificamente comprovata da numerosi ritrovamenti.

Il “re dei ratti” è un fenomeno naturale per cui alcuni individui di specie animali dotati di lunga coda (ratti, appunto, ma anche scoiattoli, ghiri, etc.) si ritrovano legati indissolubilmente tra di loro, proprio per la coda. Molto probabilmente il fenomeno ha luogo quando due individui si incrociano e le loro code sporche di sostanze varie (ghiaccio, letame, fango) si intrecciano. Presi dall’ansia di liberarsi, i due si divincolano, si azzuffano e attirano altri individui che si aggiungono al groviglio, provocando nodi sempre più serrati.

Com’è facilmente comprensibile, gli animali coinvolti nel groviglio muoiono quasi tutti di inedia o freddo (con qualche eccezione).

I primi ritrovamenti di questi gomitoli di ratti vennero imputati all’opera di burloni e buontemponi, ma studi scientifici hanno appurato che, in tempi recenti, almeno 50 casi si sono verificati senza interventi esterni.

Potete osservare i grovigli opportunamente conservati in parecchi musei, ma è quello di Altenburg (Turingia, D) a detenerne l’esemplare più numeroso: ben 32 ratti mummificati con le loro code legate ben strette.
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Il re dei ratti di Turingia (D)