Rospo smeraldino

𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐒 𝐜𝐑𝐞?

Con il ritorno all’ora solare, le mie uscite ‘serali’, a caccia di tramonti, sono diventate ‘notturne’. Al lume di torcia frontale incontro la fauna che solitamente mi Γ¨ negata. Tra questa, il (o un) 𝙧𝙀𝙨π™₯𝙀 π™¨π™’π™šπ™§π™–π™‘π™™π™žπ™£π™€ in cui mi imbatto da settimane, sempre nel medesimo luogo. Osservarlo al buio, ma debitamente illuminato per uno scatto fotografico, Γ¨ estremamente affascinante.

Non gradendo la luce diurna, e ancora meno quello delle torce, il rospo in questione tenta una giustificata fuga. E’ perΓ² rospo, non rana. E una delle differenze sostanziali tra le due famiglie di anfibi Γ¨ proprio la lentezza dei movimenti del rospo rispetto agli scattanti balzi operati dalle rane. Quindi ho il tempo per apprezzarne la livrea, oltre che le caratteristiche anatomiche.

Andiamo per ordine. Il rospo smeraldino europeo (π˜‰π˜Άπ˜§π˜°π˜΅π˜¦π˜΄ 𝘷π˜ͺ𝘳π˜ͺπ˜₯π˜ͺ𝘴 o – per la direttiva habitat che ne decreta lo stato di protezione – π˜‰π˜Άπ˜§π˜° 𝘷π˜ͺ𝘳π˜ͺπ˜₯π˜ͺ𝘴) si chiama cosΓ¬ per le macchioline verde smeraldo che coprono il dorso e le zampe. Anche l’epiteto specifico ‘viridis’ si rifΓ  al colore verde delle chiazze cutanee. Appartiene all’ordine degli 𝘈𝘯𝘢𝘳π˜ͺ, cioΓ¨ anfibi privi di coda (‘an’ = senza; ‘ura’ = coda), che accoglie rane, rospi e raganelle.

Le sue dimensioni si aggirano sui 7 cm. raggiungendo raramente i 10 cm. La femmina Γ¨, come per quasi tutti gli anuri, piΓΉ grande del maschio. Quindi, quando osservate un rospo piccolo sulla schiena di un altro rospo piΓΉ corpulento, i due non stanno giocando al “salto della cavallina” e voi state recando solo disturbo.

La pelle del rospo Γ¨ di colore grigio chiaro, coperta da ‘verruche’ colorate, di verde smeraldino ma anche di rosso vivo o arancio. Si nasconde di preferenza in stagni, pozze anche effimere, fra le rocce umide o nei cespi d’erba che offrono un riparo ombreggiato. Il maschio esce dal suo nascondiglio all’imbrunire; raramente lo si incontra in pieno giorno. Durante la stagione degli accoppiamenti, i maschi cantano per ore, cercando di convincere le signore rospe a raggiungerli. Queste attendono una pioggia estiva rinfrescante, prima di concedersi ai maschi.

Durante l’accoppiamento, mamma rospa depone lunghi cordoni di uova – tra 10’000 e 20’000 – in file molto ordinate, che il maschio feconda velocemente. Lei le Γ ncora sul fondo di specchi d’acqua aiutandosi con sassolini o vegetazione. Da quel momento le larve hanno una settimana di tempo per uscire dalle uova e 45/60 ulteriori giorni per metamorfizzare e iniziare la loro vita terrestre. La temperatura ambientale influenza direttamente la velocitΓ  di crescita delle larve. PiΓΉ Γ¨ alta e piΓΉ velocemente si prosciugherΓ  lo specchio d’acqua e meno tempo hanno a disposizione le larve per completare la metamorfosi.

Senza acqua (vuoi per mancanza di precipitazioni o prosciugamento dello specchio in cui sono state deposte le uova), un’intera generazione di rospi potrebbe non raggiungere lo stadio adulto. Ma potrebbe trasformarsi in un succulento pasto per libellule; in natura nulla va perso. Ad ogni modo, i rospi smeraldini non conoscono una stagione riproduttiva ben specifica: tra aprile e settembre ogni momento Γ¨ buono. L’alta mortalitΓ  infantile giustifica ampiamente la foga degli adulti.

Durante la stagione invernale, l’anfibio va in latenza per evitare dispendi energetici. Si risveglia ed esce dal suo riparo anche solo per alcune ore, quando le temperature miti glielo permettono.

La larva di rospo smeraldino si nutre di alghe, materiale organico e qualche piccolo invertebrato. Invece l’individuo adulto caccia lombrichi, molluschi, insetti e altri piccoli artropodi.

In Italia il rospo Γ¨ protetto dalla convenzione di Berna, allegato II, e dalla direttiva Habitat, allegato IV, ed Γ¨ presente nelle regioni alpine e subalpine, fino a 1000 mt. s.l.m. In Friuli VG la sua presenza Γ¨ numericamente abbondante, soprattutto nei greti dei grandi fiumi – Tagliamento, Cellina, Meduna, Torre – ma anche delle rogge udinesi.

Se doveste incontrarlo, Γ¨ sempre buona norma 𝙣𝙀𝙣 π™©π™€π™˜π™˜π™–π™§π™‘π™€. La temperatura delle nostre mani Γ¨ decisamente superiore a quella dell’anfibio: il rischio di procurargli danni cutanei seri Γ¨ alto. E non sono da sottovalutare nemmeno le trasmissioni reciproche di patogeni. In aggiunta, il rospo possiede delle ghiandole, dette parotoidi, poste sul collo e disposte parallelamente, da cui secerne un liquido urticante e/o neurotossico quando si sente minacciato. Nello specifico, quello del rospo smeraldino pare non avere effetti sulla cute umana, ma caldeggio come sempre il nostro minor impatto su fauna e flora selvatica.

Con l’abbassamento abbastanza repentino delle temperature di questi ultimi giorni, temo di non rivedere il mio rospo fino alla prossima primavera. Il bacio, insomma, deve attendere.

Rospo smeraldino europeo
Rospo smeraldino europeo (foto mia)