Il Rosso di Verzegnis

𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞?

Al monte 𝐕𝐞𝐫𝐳𝐞𝐠𝐧𝐢𝐬 ho accennato brevemente qui: https://www.tangia.it/le-indemoniate-1/
Il gruppo montuoso si compone in realtà di numerose cime: Col dei Larici, Lovinzòla, Cormolina e Verzegnis. Un’escursione molto panoramica, ma adatta (a mio avviso) solo ad esperti e sgamati, attraversa tutti i cocuzzoli, con un intermezzo nei pressi di una 𝙘𝙖𝙫𝙖, di cui vi parlo in questo spiegone.

La cava si chiama “𝘓𝘢𝘷𝘰𝘳é𝘪𝘵 𝘙𝘰𝘴” e si estende sul versante nord-est del Lovinzola.
Tutto ha inizio nel 1922… eh no: tutto ha inizio 180-150 milioni di anni fa, nel Giurassico superiore, quando il Friuli si trova sommerso dall’acqua di mare. In questo mare proliferano numerose forme di vita: ammoniti, cefalopodi, molluschi, ostracodi, encriniti.

Quando questi muoiono, si depositano sul fondo del mare, per gravità. A seconda di ciò che ricopre questo enorme cimitero, si formano diversi tipi di stratificazioni. Ma di base, la compressione subita dalle parti “dure” degli organismi morti (esoscheletri, gusci, conchiglie) dà luogo alla formazione di sedimenti calcarei. Che tendenzialmente sono carbonato di calcio, quindi di colore biancastro. Ma dipende… da cosa incontrano questi sedimenti durante il loro viaggio verso l’affioramento alla luce del Sole.

Se vengono “mescolati” col ferro, tenderanno ad assumere colorazioni rossastre (tipo ruggine, che – guarda caso – è ferro ossidato). Ed ecco che sul monte Lovinzola affiorano enormi strati di roccia rossa, riccamente costellati di organismi fossili che ho elencato sopra. Viene chiamato “𝙍𝙤𝙨𝙨𝙤 𝙙𝙞 𝙑𝙚𝙧𝙯𝙚𝙜𝙣𝙞𝙨”, sottintendendo che si tratti di un unico tipo di marmo.

In realtà vengono estratti diversi tipi di rocce, pregiate e richieste in tutto il mondo per la facilità di lavorazione, la particolarità delle inclusioni fossili, la colorazione intensa. Porfirico noce, Porfirico Damasco, Noce radica, Porfirico Bruno, Porfirico fiorito, solo per fare alcuni nomi.

Ma torniamo alla cava e al 1922 quando 150 scalpellini, quasi tutti originari di Verzegnis, creano la Società Anonima Italiana Marmi. Alcuni di loro hanno fatto esperienza nella cava di marmo di Prato Carnico, dove viene estratto il Grigio Carnico.
Gli operai costruiscono una piccola teleferica, sul versante meridionale del Col dei Larici, per portare in quota viveri, materiali e attrezzature, esplosivi. E ha inizio l’estrazione dei blocchi, da 8/10 metri cubi ciascuno, in attesa che venga ultimata la galleria di collegamento tra il sito estrattivo e il punto di partenza delle calate.

Nel 1925 la galleria permette alle bestie da soma di trasportare i blocchi verso il versante meridionale del Col dei Larici, dove verranno poi fatti scorrere verso sella Chianzutan.
Nel 1927 viene inaugurata la 𝙙𝙚𝙘𝙖𝙪𝙫𝙞𝙡𝙡𝙚, una linea ferroviaria di dimensioni ridotte, adatta a trasportare materiale lapideo in spazi ristretti, che attraversa la galleria.

Nel 1928 giungono degli operai ferraresi assoldati per l’allestimento di una lizza, o “𝙡𝙞𝙨𝙨𝙖”, lungo il canale 𝘈𝘨â𝘳 𝘥𝘪 𝘔𝘪𝘴𝘶𝘳𝘢, che renda il lavoro meno faticoso (eufemisticamente). La lizza è uno scivolo composto da tronchi disposti longitudinalmente nel senso di scorrimento, che asseconda la pendenza del versante e ne annulla le naturali ondulazioni. Lungo la lissa, ogni 50 metri, si trovano dei 𝙥𝙞𝙧𝙤𝙨, cioè tronchi conficcati verticalmente in buche scavate nel terreno. Attorno ai piros vengono legate delle corde in canapa, manovrate dagli operai, che controllano la discesa delle slitte. Per facilitare ulteriormente (sempre eufemisticamente) il duro lavoro dei manovratori, si utilizzano dei rulli insaponati, posti sotto al carico.

La piccola teleferica viene potenziata coi pochi soldi rimasti, nel 1933. Infatti la società non gode di buona salute economica e dei 150 soci iniziali ne restano solo 8. La società per azioni voluta da questi temerari viene contattata dalla Montecatini, che ne rilancia la produzione e incrementa rapidamente gli introiti.

Il Rosso di Verzegnis viene commercializzato in tutto il mondo e le sue qualità riconosciute ovunque.
L’attività estrattiva continua, tra alterne fortune economiche, carenza di operai specializzati, investimenti in tecnologia e attrezzature moderne, fino al 1980. Negli anni seguenti la Comunità Montana della Carnia si attiva per costruire ex-novo una viabilità di accesso dalla cava.

La carrabile per traffico pesante, che si inerpica lungo il versante nord-est del Col dei Larici, è ultimata nel 1989. La cava riprende a fornire blocchi nel 2000 ed è attualmente funzionante e produttiva. Il fronte estrattivo è alto 15 metri, di cui quasi 12 fruttano i vari tipi di marmo sopra elencati, e ha sviluppo trasversale di 250 metri.

Qui trovate un documento ricco di immagini storiche e attuali della cava e dei dintorni:
http://www.ipac.regione.fvg.it/userfiles/file/NEWS/Stroili_Spilmbergo.pdf

Come d’abitudine, vi invito a visitare la zona: sono numerose le escursioni e camminate, di varia difficoltà e impegno, che possono essere organizzate a cavallo fra i monti sopra citati. Ne resterete stupefatti.
ᶠᵒᵗᵒ ⁽ᶜᵃᵛᵃ⁾: ᴳᵉᵒˢⁱᵗⁱ ᵈᵉˡ ᶠⱽᴳ; ⁽ᵃᵐᵐᵒⁿⁱᵗᵉ⁾: ᵐⁱᵃ

cava di Verzegnis
La cava
Ammonite fossile
Fossile di ammonite