Ruscli

𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐒 𝐜𝐑𝐞?

Nei sottoboschi di latifoglie esposti a sud, caldi e soleggiati, ad altitudini non elevate, possiamo incontrare cespugli di π˜™π˜Άπ˜΄π˜€π˜Άπ˜΄ 𝘒𝘀𝘢𝘭𝘦𝘒𝘡𝘢𝘴. In Friuli VG viene chiamato anche ‘π™₯π™ͺπ™£π™œπ™žπ™©π™€π™₯𝙀’, ‘ruscli’, ‘scove di ruscli’ o ‘sparc di ruscli’, appartenente alla famiglia delle 𝘈𝘴𝘱𝘒𝘳𝘒𝘨𝘒𝘀𝘦𝘒𝘦. Nei mesi invernali Γ¨ facilmente riconoscibile per le bacche rosso acceso che spiccano tra le foglie verde scuro.

E’ una pianta molto rustica che ricorda le tradizioni natalizie, assieme all’agrifoglio; lo spiegone relativo all’agrifoglio lo trovate qui. Anche recisa, conserva a lungo i colori molto intensi e le parti vegetali non si decompongono.

Il nome del genere deriva dal greco ‘𝘳𝘢𝘨𝘀𝘩𝘰𝘴’ ( =becco, rostro adunco) per le foglie (dette π™˜π™‘π™–π™™π™€π™™π™ž, che in realtΓ  sono dei veri e propri rami trasformati in strutture somiglianti a foglie) dalla punta acuminata che ricordano il becco di un uccello, e ‘𝘒𝘀𝘢𝘭𝘦𝘒𝘡𝘢𝘴’ che in latino ha lo stesso significato. Invece il nome comune identifica la sua antica funzione di repellente meccanico per roditori. Lo si usava sia per proteggere le forme di formaggio in stagionatura che le piante da frutto, disponendo una corona intrecciata di steli attorno alle provviste da proteggere

La pianta – serve dirlo? – Γ¨ tossica in tutte le sue parti, se utilizzata senza controllo medico; tranne i giovani π™œπ™šπ™©π™©π™ž, o germogli, che iniziano a spuntare proprio in questi giorni. Vanno comunque opportunamente cotti/lessati prima di poterli mangiare; il sapore ricorda molto l’asparago (o la liquirizia, mio parere personale).

La loro raccolta Γ¨ giustamente regolamentata visto che fino ad alcuni anni fa venivano commercializzati sconsideratamente, fino a minacciarne la presenza allo stato spontaneo. Ogni regione adotta un proprio regolamento; quello del Friuli VG lo trovate qui: https://www.regione.fvg.it/…/_11/allegati/6_agosto.pdf e limita a 1 kg di germogli pro capite raccoglibili al giorno.

Ma anche i semi avevano uno scopo culinario: in tempi di magra, opportunamente essiccati e tostati, rappresentavano un valido sostituto del caffè.

La pianta contiene un flavonoide, il rutoside, che viene definito come vitamina P, indicato nella cura delle patologie capillari. Il decotto, prescritto da personale competente, aiuta a rinforzare la resistenza dei vasi sanguigni, allievando sintomi dovuti a varici varicose, flebiti, edemi e favorisce l’eliminazione dell’acido urico, combatte la gotta e aumenta la sudorazione. E’ indicato anche come antinfiammatorio, diuretico e antireumatico.

Per concludere lo spiegone: avete mai fatto caso al π™›π™žπ™€π™§π™š del pungitopo? No? Non mi meraviglio. Si tratta di minuscoli fiori bianco/verdastri, poco appariscenti e spesso nascosti nel groviglio di steli. Spuntano in primavera alla base dei cladodi di piante femminili; infatti, essendo pianta dioica, alcuni individui sono femminili (quelli con le bacche, per intenderci), altri maschili. I fiori, una volta fecondati, generano i frutti (tossici) che maturano l’inverno successivo e regalano al sottobosco le brillanti chiazze scarlatte che ben conosciamo.

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Getto di Ruscus aculeatus
Getto di Ruscus aculeatus
Fiore di Ruscus aculeatus
Fiore di Ruscus aculeatus
Frutto (o bacca) di Ruscus aculeatus
Frutto (o bacca) di Ruscus aculeatus