𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞?
Il Friuli VG è una regione ospitale, a modo suo. Ha dato i natali a illustri personaggi, ne ha accolti parecchi che hanno visto nella regione di confine una patria d’adozione e, infine, ha visto il passaggio occasionale ma carico di significati di re e duchesse, papi e imperatori.
Oggi accenno brevemente a 𝘚𝘢𝘤𝘪𝘭𝘦 (PN), dove possiamo imbatterci nell’elegante palazzo cinquecentesco chiamato “𝘗𝘢𝘭𝘢𝘻𝘻𝘰 𝘙𝘢𝘨𝘢𝘻𝘻𝘰𝘯𝘪”.
La famiglia Ragazzoni era di origini bergamasche e aveva fatto fortuna a Venezia come armatori e commercianti. Il figlio Giacomo si stabilì a Sacile a metà del XVI secolo.
Volle immediatamente dare lustro alla cittadina che lo aveva accolto, restaurando la dimora acquistata nel 1573 da tale Tobia Ottoboni. Rinnovò la facciata che dà sul viale Zancanaro, abbellì il giardino con statue di stucco e chiamò il pittore manierista Francesco Montemezzano, allievo del Veronese, ad affrescare gli interni della villa.
L’abitazione divenne talmente sfarzosa e dotata di ogni comfort, considerata l’epoca, che ospitò, il 13 luglio 1574, Enrico di Valois, re della Polonia e futuro re di Francia (col nome di Enrico III). Nella stessa occasione vennero alloggiati anche i duchi di Ferrara Alfonso d’Este e Ludovico di Gonzaga di Nevers.
Impressionato dall’accoglienza offertagli, Enrico concesse a Giacomo l’aggiunta di due gigli nello stemma nobiliare della famiglia e la nomina a cavaliere del fratello di Giacomo, Placido.
Nel 1581 fu la volta di Maria d’Asburgo, arciduchessa d’Austria, che, in transito verso il Portogallo, vi soggiornò tra il 20 e il 22 settembre, tra festeggiamenti sfavillanti e lussi degni dell’ospite.
Anche la sua vita privata fu caratterizzata da eventi notevoli: ebbe 15 figli con la moglie Piccabella Pagliarini, sposata nel 1561, e alcuni figli naturali, nati duranti i suoi soggiorni giovanili a Londra (1542 – 1558).
Fu proprio nella capitale britannica che prese il via la sua fortuna economica, con commerci e trasporti marittimi transcontinentali. Ebbe numerose collaborazioni e rapporti personali con Enrico VIII e la figlia Maria I Tudor, Filippo II di Spagna, il doge Sebastiano Venier, il gran visir Mehemet Pascià; commerciò con la Serenissima, Costantinopoli, Cipro.
Il suo nome è indissolubilmente legato a una tipologia di merce che nessuno assocerebbe ai grandi fatturati e immense fortune da lui accumulate: l’𝘶𝘷𝘢 𝘱𝘢𝘴𝘴𝘢. Insomma, se oggi il porridge e il plum cake inglesi sono farciti di uvetta, è merito di Ragazzoni.
Morì a Venezia il 18 gennaio 1610, dopo aver vissuto una vita intensa di successi giovanili, e un lento declino nell’età matura. Negli anni della vecchiaia affidò l’impero economico al nipote omonimo. Il destino fu clemente col nonno, perché il suo decesso avvenne prima che il nipote potesse sperperare tutti gli averi e dare disonore alla famiglia nobiliare.
Palazzo Ragazzoni passò di mano alla famiglia nobiliare veneziana dei Flangini, annoverando ancora ospiti illustri: Papa Pio VI (1782) e Napoleone Bonaparte (1797).
Risalgono ai combattimenti del 6 e 7 novembre 1917, tra il IV battaglione Bersaglieri e l’esercito austroungarico, i segni degli spari indirizzati verso le mura del palazzo (vedi foto)
Dal 1936 l’edificio appartiene al Comune, che lo utilizza per eventi culturali e turistici di pregio.
ᶠᵒᵗᵒ: ᴮʸ ᴳᵉᵒᵇⁱᵃ ⁻ ᴼʷⁿ ʷᵒʳᵏ, ᶜᶜ ᴮʸ⁻ˢᴬ ⁴.⁰, ʰᵗᵗᵖˢ://ᶜᵒᵐᵐᵒⁿˢ.ʷⁱᵏⁱᵐᵉᵈⁱᵃ.ᵒʳᵍ/ʷ/ⁱⁿᵈᵉˣ.ᵖʰᵖ?ᶜᵘʳⁱᵈ⁼⁴⁷²⁶⁹¹¹²