Santissima Trinità

𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞?

Nella piana alluvionale a sud di Pinzano al Tagliamento, posta sul crocevia di alcune importanti e antiche vie di comunicazione, si trova la chiesa campestre dedicata alla 𝙎𝙖𝙣𝙩𝙞𝙨𝙨𝙞𝙢𝙖 𝙏𝙧𝙞𝙣𝙞𝙩𝙖’.

L’edificio è stato ristrutturato e restaurato nel 2006, dopo che il terremoto del 1976 aveva provocato danni strutturali. Solitamente è chiusa al pubblico e l’unica celebrazione religiosa che vi si svolge cade il 1° novembre.

Si narra che già nel Cinquecento fosse presente in zona un edificio religioso, ma molto probabilmente costruito leggermente più a valle e a ridosso dell’alveo del Tagliamento. Tant’è che, in seguito alla disastrosa alluvione del fiume del 1740, la struttura originaria venne travolta e la popolazione pensò bene di edificarne una in posizione più riparata ed elevata. Ma soprattutto, la costruì su un’importante intersezione di vie commerciali e transiti di genti. I crocevia, a quei tempi, erano luoghi pericolosi: ghiotte occasioni per briganti e gente di malaffare; per estensione, luoghi in cui poteva annidarsi il malefico. Un edificio di culto avrebbe garantito un minimo di sicurezza ai viandanti e incusso timore reverenziale ai malintenzionati.

La chiesa attuale ha una datazione storica più precisa: pare che nel 1741 ospitasse già funzioni religiose. L’epigrafe incisa sull’architrave recita: “Dessolationem Taliamenti propter hic redificatu[s] fuit hoc templum a pia devotione universitatis Pintiani”. A sottolineare che fu la comunità pinzanese, con pia devozione, a riedificare qui il tempio dopo che quello precedente fu distrutto dal Tagliamento.

La dedica alla Santissima Trinità è piuttosto singolare. Le altre due chiese nella diocesi di Concordia, aventi la stessa intitolazione, si trovano a Pordenone, a ridosso del Noncello, e a Polcenigo, sull’argine del Livenza. Guarda caso, tutte e tre costruite lungo corsi d’acqua e fondamentali guadi. Si suppone che questi luoghi fossero già frequentati in tempi protostorici, e vi si svolgessero riti pagani dedicati alla fecondità e all’acqua come elemento di vita.

Torniamo alla chiesa campestre di Pinzano. Rappresentava un importante centro di aggregazione spirituale, tanto da diventare sede di una confraternita. Queste erano il corrispettivo storico delle attuali Proloco: organizzazioni di cittadini legati ai luoghi di culto, ma non necessariamente appartenenti al clero. Si occupavano della manutenzione dell’edificio e offrivano assistenza e ristoro ai viandanti e ai pastori transumanti che da lì facevano passare le greggi.

Dal 1723 al 1730, ai pellegrini che si fossero recati alla chiesa in occasione della Solennità della Santissima Trinità, era concessa l’indulgenza plenaria per decreto vescovile.

Verso la fine del 1800 alla chiesa viene annesso il cimitero, attualmente ancora utilizzato.

Fino agli anni precedenti la seconda guerra mondiale, la chiesa era mèta di partecipate processioni estive, provenienti dalla Val d’Arzino. I cortei partivano da Vito d’Asio e Clauzetto di notte, attraversando i paesi posti lungo l’arteria di comunicazione. Al loro passaggio, le campane suonavano a festa. All’arrivo della processione alla chiesa della Santissima, si officiava il rito religioso con l’invocazione all’arrivo della benefica pioggia.

Prima del terremoto, una delle strade convergenti al crocevia, quella chiamata “della Barca”, passava letteralmente all’interno del porticato della chiesa. Foto d’epoca immortalano i segni lasciati sul selciato dalle ruote dei carri. Potersi riparare all’interno di un pronao coperto offriva indubbi vantaggi logistici anche ai contadini occupati nelle terre contigue.

Le tavelle della copertura oggi visibili sono originali dell’epoca. Alcune addirittura risalenti, forse, al primo edificio religioso distrutto dall’alluvione. Riportano infatti date antecedenti il 1740, oltre alle firme dei fornaciai e ai timbri delle fornaci.

La struttura, per come la osserviamo oggi, è di fattura pregevole, considerato che comunque era una chiesa di campagna.

Riporto la descrizione che ne fa il sito web delle diocesi italiane. 𝘓’𝘢𝘶𝘭𝘢 𝘶𝘯𝘪𝘤𝘢 𝘢 𝘱𝘪𝘢𝘯𝘵𝘢 𝘳𝘦𝘵𝘵𝘢𝘯𝘨𝘰𝘭𝘢𝘳𝘦 𝘵𝘦𝘳𝘮𝘪𝘯𝘢 𝘤𝘰𝘯 𝘶𝘯 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘣𝘪𝘵𝘦𝘳𝘪𝘰 𝘢𝘯𝘤𝘩’𝘦𝘴𝘴𝘰 𝘳𝘦𝘵𝘵𝘢𝘯𝘨𝘰𝘭𝘢𝘳𝘦. 𝘓’𝘦𝘥𝘪𝘧𝘪𝘤𝘪𝘰 è 𝘱𝘳𝘦𝘤𝘦𝘥𝘶𝘵𝘰 𝘥𝘢 𝘶𝘯 𝘢𝘮𝘱𝘪𝘰 𝘱𝘰𝘳𝘵𝘪𝘤𝘰 𝘲𝘶𝘢𝘥𝘳𝘢𝘵𝘰: 𝘦𝘴𝘴𝘰 è 𝘤𝘰𝘴𝘵𝘪𝘵𝘶𝘪𝘵𝘰 𝘥𝘢 𝘥𝘶𝘦 𝘢𝘳𝘤𝘩𝘪 𝘦 𝘥𝘢 𝘶𝘯 𝘱𝘢𝘳𝘢𝘱𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘤𝘰𝘯 𝘱𝘪𝘭𝘢𝘴𝘵𝘳𝘰 𝘴𝘲𝘶𝘢𝘥𝘳𝘢𝘵𝘰 𝘢𝘭 𝘤𝘦𝘯𝘵𝘳𝘰 𝘴𝘶𝘭 𝘭𝘢𝘵𝘰 𝘴𝘶𝘥 𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘶𝘥𝘥𝘪𝘷𝘪𝘥𝘦 𝘭𝘢 𝘧𝘢𝘤𝘤𝘪𝘢𝘵𝘢 𝘪𝘯 𝘥𝘶𝘦 𝘢𝘱𝘦𝘳𝘵𝘶𝘳𝘦 𝘴𝘪𝘮𝘮𝘦𝘵𝘳𝘪𝘤𝘩𝘦. 𝘓𝘢 𝘧𝘢𝘤𝘤𝘪𝘢𝘵𝘢 𝘤𝘶𝘭𝘮𝘪𝘯𝘢 𝘤𝘰𝘯 𝘶𝘯𝘢 𝘮𝘰𝘯𝘰𝘧𝘰𝘳𝘢 𝘤𝘢𝘮𝘱𝘢𝘯𝘢𝘳𝘪𝘢. 𝘓𝘢 𝘱𝘰𝘳𝘵𝘢 𝘱𝘳𝘪𝘯𝘤𝘪𝘱𝘢𝘭𝘦 è 𝘪𝘯𝘲𝘶𝘢𝘥𝘳𝘢𝘵𝘢 𝘪𝘯 𝘱𝘪𝘦𝘵𝘳𝘢 𝘤𝘰𝘯 𝘤𝘪𝘮𝘢𝘴𝘢 𝘴𝘶𝘭 𝘧𝘪𝘢𝘯𝘤𝘰, 𝘦 𝘢𝘪 𝘭𝘢𝘵𝘪 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘵𝘢 𝘥𝘶𝘦 𝘧𝘪𝘯𝘦𝘴𝘵𝘳𝘦 𝘳𝘦𝘵𝘵𝘢𝘯𝘨𝘰𝘭𝘢𝘳𝘪.

𝘓𝘶𝘯𝘨𝘰 𝘪 𝘭𝘢𝘵𝘪 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘢𝘶𝘭𝘢 𝘴𝘪 𝘢𝘱𝘳𝘰𝘯𝘰 𝘥𝘶𝘦 𝘧𝘪𝘯𝘦𝘴𝘵𝘳𝘦 𝘴𝘦𝘮𝘪𝘤𝘪𝘳𝘤𝘰𝘭𝘢𝘳𝘪, 𝘶𝘯𝘢 𝘱𝘦𝘳 𝘤𝘪𝘢𝘴𝘤𝘶𝘯 𝘭𝘢𝘵𝘰. 𝘕𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘻𝘰𝘯𝘢 𝘢𝘣𝘴𝘪𝘥𝘢𝘭𝘦, 𝘴𝘰𝘱𝘳𝘢𝘦𝘭𝘦𝘷𝘢𝘵𝘢 𝘥𝘪 𝘶𝘯 𝘨𝘳𝘢𝘥𝘪𝘯𝘰 𝘦 𝘪𝘯𝘤𝘰𝘳𝘯𝘪𝘤𝘪𝘢𝘵𝘢 𝘥𝘢 𝘶𝘯 𝘢𝘳𝘤𝘰 𝘢 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘰 𝘴𝘦𝘴𝘵𝘰, 𝘷𝘪 è 𝘶𝘯 𝘢𝘭𝘵𝘢𝘳𝘦 𝘪𝘯 𝘮𝘢𝘳𝘮𝘰 𝘥𝘢𝘭𝘭𝘰 𝘴𝘵𝘪𝘭𝘦 𝘵𝘢𝘳𝘥𝘰 𝘣𝘢𝘳𝘰𝘤𝘤𝘰. 𝘓𝘦 𝘱𝘢𝘳𝘦𝘵𝘪 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘢𝘧𝘧𝘳𝘦𝘴𝘤𝘢𝘵𝘦 𝘤𝘰𝘯 𝘮𝘰𝘵𝘪𝘷𝘪 𝘥𝘪 𝘧𝘪𝘯𝘵𝘦 𝘤𝘰𝘭𝘰𝘯𝘯𝘦 𝘤𝘰𝘯 𝘤𝘢𝘱𝘪𝘵𝘦𝘭𝘭𝘪 𝘤𝘰𝘳𝘪𝘯𝘻𝘪 𝘦 𝘧𝘪𝘯𝘦𝘴𝘵𝘳𝘦 𝘤𝘰𝘯 𝘥𝘳𝘢𝘱𝘱𝘦𝘨𝘨𝘪. 𝘚𝘶𝘭𝘭𝘦 𝘱𝘢𝘳𝘦𝘵𝘪 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘢𝘶𝘭𝘢 è 𝘷𝘪𝘴𝘪𝘣𝘪𝘭𝘦 𝘪𝘭 𝘴𝘪𝘮𝘣𝘰𝘭𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘤𝘳𝘰𝘤𝘪, 𝘥𝘰𝘥𝘪𝘤𝘪, 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘤𝘰𝘯𝘴𝘢𝘤𝘳𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦. 𝘓𝘢 𝘮𝘶𝘳𝘢𝘵𝘶𝘳𝘢 è 𝘪𝘯 𝘴𝘢𝘴𝘴𝘪. 𝘓𝘢 𝘤𝘰𝘱𝘦𝘳𝘵𝘶𝘳𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘢𝘶𝘭𝘢 è 𝘢 𝘤𝘢𝘱𝘢𝘯𝘯𝘢 𝘢 𝘥𝘶𝘦 𝘧𝘢𝘭𝘥𝘦, 𝘮𝘦𝘯𝘵𝘳𝘦 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘢𝘣𝘴𝘪𝘥𝘦 è 𝘢 𝘵𝘳𝘦 𝘧𝘢𝘭𝘥𝘦 𝘢 𝘱𝘢𝘥𝘪𝘨𝘭𝘪𝘰𝘯𝘦. 𝘐𝘭 𝘮𝘢𝘯𝘵𝘰 è 𝘪𝘯 𝘤𝘰𝘱𝘱𝘪. 𝘐𝘭 𝘱𝘢𝘷𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘪𝘯𝘵𝘦𝘳𝘯𝘰 è 𝘪𝘯 𝘤𝘰𝘤𝘤𝘪𝘰 𝘱𝘦𝘴𝘵𝘰.

Lo spiegone termina con l’invito a visitare i luoghi forse meno frequentati e conosciuti del territorio, che però raccontano di vite, fatiche, usanze e tradizioni ben radicate nel nostro codice genetico. Chissà che le voci del passato non ci raccontino storie lontane nel tempo, con un’eco protesa verso il presente e il futuro.

ᶠᵒᵗᵒ: ᵐⁱᵉ

Chiesa Santissima Trinità
Chiesa Santissima Trinità
Tavelle in cotto, chiesa Santissima Trinità
Tavelle in cotto, chiesa Santissima Trinità