𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞?
DIDASCALIA PRESENTE AL CENTRO ETNOGRAFICO DI SAURIS DI SOPRA
A Sauris si parla ancora oggi, accanto all’italiano e al friulano, un idioma tedesco. Il dialetto di Sauris/Zahre appartiene al gruppo bavarese meridionale dell’alto tedesco. Presenta quindi notevoli analogie con i dialetti tirolesi e carinziani, appartenenti al medesimo ceppo. A partire dall’800 si manifestò un notevole interesse per l’idioma saurano da parte di linguisti italiani e stranieri, i cui studi hanno permesso di definire la zona di provenienza dai primi coloni e il periodo dell’insediamento, in base al confronto con i dialetti delle vallate austriache più vicine e all’analisi dei fenomeni fonetici e morfologici.
Oltre al ruolo di supporto ed integrazione delle fonti storiche, l’importanza del saurano è legata anche alla possibilità, per gli studiosi, di ricostruire l’evoluzione del tedesco e di approfondire numerose questioni linguistiche. La distanza dalla madrepatria e il parziale isolamento resero molto difficile attingere al repertorio linguistico delle terre d’origine (dove, nel frattempo, il tedesco si stava sviluppando per proprio conto) per disporre di neologismi, adatti a designare nuovi oggetti tecniche di lavoro, concetti. Fu così naturale ricorrere a prestiti linguistici dalle comunità vicine. Fino alla fine dell’Ottocento, comunque, il divario tra il saurano e il tedesco parlato nei paesi d’oltralpe doveva essere limitato, grazie anche alla presenza di testi di catechesi in tedesco e all’esistenza di una “Scuola in tedesco” (forse un corso serale).
Dal punto di vista sociologico, tuttavia, la situazione di “isola” etnolinguistica e la consapevolezza della diversità indusse nelle popolazioni un senso di inferiorità che si accrebbe nel corso del ‘900, quando il miglioramento della viabilità rese più facili e frequenti i contatti con l’esterno. Il disagio e la vergogna erano acuiti dall’atteggiamento degli abitanti dei paesi limitrofi, che spesso deridevano i Saurani e li apostrofavano come “𝘤𝘳𝘢𝘶𝘵𝘪𝘯𝘴” (mangiatori di crauti). Nel sistema linguistico saurano il dialetto tedesco divenne dunque il codice di minore prestigio, inadeguato ai rapporti che non fossero strettamente quelli paesani e privo della qualifica di lingua.
A questo indebolimento interno si aggiunsero le sollecitazioni e le pressioni da parte delle istituzioni, soprattutto scolastiche. Se fino agli anni ‘50 del secolo scorso la maggior parte dei bambini e in età prescolare parlava saurano e imparava l’italiano solo a scuola, dagli anni ‘60 fu richiesto ai genitori di non insegnare il dialetto saurano ai propri figli per non interferire con l’apprendimento della lingua ufficiale, cioè l’italiano.
Per secoli la lingua saurana ha avuto solo un utilizzo orale; dalla metà dell’Ottocento essa ha anche una tradizione scritta e ha conosciuto una notevole produzione poetica che dura fino ai giorni nostri.
Il saurano è usato in ambito familiare nei locali pubblici, nei negozi, nei luoghi di lavoro. Si riscontra ancora un largo utilizzo nella toponomastica. Esistono poi gli 𝙝𝙖𝙪𝙨𝙣𝙤𝙢𝙚𝙣 (nomi di casa), identificanti una singola abitazione o gruppi di abitazioni e derivanti dalla posizione dell’edificio (ad esempio 𝘗𝘰𝘶𝘥𝘯𝘢𝘳 – da 𝘱𝘰𝘶𝘥𝘯 – radura nel bosco, 𝘎𝘳𝘶𝘦𝘣𝘢𝘳 – da 𝘨𝘳𝘶𝘦𝘣𝘦 – fossato), dal mestiere o dal nome di qualcuno che lo avesse occupato (𝘔𝘢𝘶𝘳𝘢𝘳 – muratore, 𝘚𝘤𝘩𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢𝘳 – calzolaio, 𝘚𝘦𝘧𝘯 – pastore). Questi nomi accompagnavano solitamente il nome proprio, n sostituzione del cognome, e permettevano di identificare subito le persone, soprattutto in caso di omonimia.
C’è una certa sopravvivenza del saurano anche nella sfera ecclesiastica. L’uso della lingua locale, ma anche del tedesco standard della liturgia, nella catechesi, nelle pratiche devozionali domestiche è ampiamente documentato per il passato. Verso la metà dell’Ottocento, Monsignor Giorgio Plozzer tradusse il catechismo in Saurano. Finché ci furono sacerdoti capaci di esprimersi nella lingua locale, le omelie e le confessioni si svolgevano in Saurano. Negli ultimi decenni si è assistito ad un recupero di testi orali musicali del patrimonio religioso saurano, tra i quali i “Canti della Stella” e alcune preghiere.
Dal 1990 la lingua saurana e le tradizioni locali sono entrate nelle attività didattiche della scuola di Sauris. Le comunità germanofone del Friuli Venezia Giulia godono di una specifica tutela da parte della regione, in base alla legge 20 del 20 novembre 2009.
A questo link trovate ulteriori e dettagliate informazioni sulla lingua saurana: https://www.sauris.org/una-lingua-speciale/