๐๐จ ๐ฌ๐๐ฉ๐๐ฏ๐ข ๐๐ก๐?
E’ stagione di sfarfallamenti, magari tardivi a causa delle temperature pseudo-estive. Sui vari social imperversano gli scatti della splendida sfinge dell’oleandro (๐๐ข๐ฑ๐ฉ๐ฏ๐ช๐ด ๐ฏ๐ฆ๐ณ๐ช๐ช) che evidentemente approfitta delle ultime giornate di questo 2023 agli sgoccioli.
E’ un lepidottero della famiglia delle ๐จ๐๐๐ฃ๐๐๐๐ (๐๐ฑ๐ฉ๐ช๐ฏ๐จ๐ช๐ฅ๐ข๐ฆ), diffuso in Europa, Asia, Africa e Oceania. Il nome della famiglia deriva dal latino ‘sphinx’, cioรจ sfinge. Fu assegnato da Linneo a sottolineare l’atteggiamento immobile, con la parte anteriore del corpo sollevato, tenuto dalle farfalle. Invece lo specifico ‘nerii’ si rifร al sostantivo “nฤrวum“, a sua volta mutuato dal greco “ฮฝฮฎฯฮนoฮฝ” (nรฉrion), cioรจ ‘dell’oleandro’. L’insetto se ne nutre durante tutto il suo stadio larvale.
Come per il macaone (spiegone qui: https://www.tangia.it/macaone/ ) anche la sfinge dell’oleandro attraversa quattro diverse fasi di crescita.
La ๐ง๐๐ฅ๐ง๐ค๐๐ช๐ฏ๐๐ค๐ฃ๐ fra mamma e papร sfinge avviene in un lasso di tempo piuttosto breve: alcune di ore di passione e poi la femmina si dedica alla scelta della pianta su cui deporre le ๐ช๐ค๐ซ๐. Lo fa con cura, volando attorno alle fronde dell’oleando ripetute volte, per poi scendere sulla foglia che piรน la aggrada. Depone numerose uova sferiche, del diametro di 1,25 – 1,50 mm, dalla superficie liscia e di colore verde acceso, una per ogni pagina fogliare, fiore o rametto, preferendo le fronde piรน riparate. A seconda della temperatura ambientale, le uova si schiudono dopo 5 – 12 giorni.
La ๐ก๐๐ง๐ซ๐ , o bruco, che sbuca dall’uovo รจ di colore giallo-verdognolo o marroncino e misura 3-4 mm. Ha un cornetto caudale nero sul didietro e una testa piuttosto piccola rispetto al resto del corpo, ma l’apparato masticatorio funziona fin troppo bene. Prima di tutto, mangia ciรฒ che resta del suo uovo, poi passa alle foglie e ai fiori della pianta nutrice, spesso un oleandro. Ma gradisce anche le pervinche e la vite, di cui divora praticamente ogni parte vegetale tenera.
Al termine del primo stadio di larva, la sua colorazione diventa piรน intensa. Attraverso la prima muta, il bruco abbandona il suo involucro ormai stretto e assume un colore verde con una linea dorso-laterale bianca su ogni lato. A mutazione completata appaiono anche due macchie a forma di occhi sul torace. Sono di forma ovoidale, solitamente bianche bordate di azzurro e nero.
Durante le successive fasi di mutazione, la larva si trasforma sostanzialmente. Le linee dorso-laterali sono dapprima contornate di bordi nerastri, poi diventeranno nere. Compaiono anche piccole macchiette bianche sul dorso della larva, a rendere facilmente riconoscibile il bruco. All’ultimo stadio, prima di impuparsi, il colore รจ tendenzialmente brunastro e le sue dimensioni raggiungono i 100-130 mm.
La larva continua a nutrirsi voracemente, spostandosi mano mano che cresce, verso i rami inferiori della pianta. Arriva addirittura a riposarsi sul terreno, quando รจ sazio. I danni arrecati anche da un individuo solo sono numerosi e ben visibili. Quando si sente minacciata, si allunga fino ad assomigliare a una foglia di oleandro; se infastidita da qualche animale, mette in risalto le macchie a forma di occhio, nel tentativo di impressionare il mobbizzatore. Puรฒ anche emettere sostanze repellenti, allo scopo di schifare il suddetto molestatore.
La fase di ๐ฅ๐ช๐ฅ๐ รจ quella piรน delicata per la sfinge. All’interno di un bozzolo giallastro intessuto di fibre dalla trama piuttosto rada, le pupe attendono il momento piรน opportuno per sfarfallare. Non essendo la larva di sfinge una buona scavatrice, l’impupamento avviene in lettiera, appena al di sotto della lettiera del terreno. Difficilmente la generazione autunnale sopravvive i rigidi inverni delle nostre latitudini. Ad ogni modo la pupa ci prova. E’ lunga circa 75 mm. e presenta colorazione marroncina con strisce nere sull’addome.
Nelle regioni meridionali del Mediterraneo (Sicilia inclusa), dove la sfinge รจ specie residente, lo sfarfallamento avviene tra giugno e settembre. Le farfalle adulte che compaiono alle nostre latitudini a tarda primavera – inizio estate provengono dall’Africa. Come detto sopra, i nostri inverni rigidi decimano le pupe che non hanno modo di svernare al sicuro. Fortuna che arrivano gli individui africani, che quindi danno luogo a una nuova generazione che, da noi, sfarfalla tra la fine dell’estate e autunno inoltrato.
Le sfingi dell’oleandro che invece si stanziano nel loro areale di optimum, cioรจ le zone con clima tropicale, possono produrre diverse generazioni all’anno.
La sfinge adulta ha colori a dir poco straordinari (vedi foto, mia). Compaiono forme geometriche che si intrecciano, di colori variabili tra verde, marroncino, nero e rosa. L’apparato boccale si compone di una lunga spiritromba che le permette di succhiare il nettare di numerosi fiori senza appoggiarsi alla sua corolla. Assomiglia, in questo, ai colibrรฌ.
E’ attiva a partire dal crepuscolo, che attende all’ombra in qualche luogo riparato da fitto fogliame. Al contrario di altre falene, la luce artificiale non la attira particolarmente. Preferisce il nettare di solanacee, orchidacee, caprifoliacee e nyctaginacee. In Kenya e Madagascar, la sfinge dell’oleandro svolge il prezioso ruolo di insetto pronubio di una specie di orchidea, la ๐๐ฆ๐ณ๐ข๐ฏ๐จ๐ช๐ด ๐ค๐ฐ๐ฏ๐ง๐ถ๐ด๐ข. La particolare e lunga spiritromba della sfinge รจ l’unica in grado di raggiungere gli organi sessuali della pianta e favorirne l’impollinazione.
E’ una farfalla molto irritabile e, anche in pieno sole, se infastidita, si allontana velocemente.
Da ultimo, accenno al fatto che la IUCN, l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, non ha ancora classificato la specie, quindi non รจ inserita in alcun programma di protezione. Secondo alcuni siti web รจ definita “infestante” e si leggono indicazioni su come disinfestare le zone abitate dalla sfinge. Non commento oltre questi deplorevoli suggerimenti.
Ricordo invece che l’oleandro รจ estremamente tossico per l’uomo; chi dovesse ingerire il suo lattice, magari dopo aver scacciato la falena, potrebbe riportare seri danni alla salute. Spiegone qui: https://www.tangia.it/oleandro/ . Forse esiste un contrappasso dantesco pure per questa specie animale.