๐๐จ ๐ฌ๐๐ฉ๐๐ฏ๐ข ๐๐ก๐?
Oggi vi racconto di una persona poliedrica, intuitiva e coraggiosa che ha dedicato anima e corpo a numerose scienze naturalistiche, ma di cui pochi intuiscono l’importante apporto di conoscenze e scoperte.
E’ ๐๐๐ก๐ซ๐๐ ๐๐๐ฃ๐๐ง๐, nata a Udine il 31 marzo 1895. Trascorre l’infanzia spensierata, al seguito del padre ingegnere del Regio Genio civile di Udine (di cui seguirร spiegone), a ๐๐ค๐ฃ๐ฉ๐๐ง๐๐๐ก๐ ๐๐๐ก๐๐๐ก๐ก๐๐ฃ๐. Fin da subito dร sostanza alle sue passioni: raccoglie piante, insetti, minerali – come narra lei stessa nel racconto autobiografico ๐๐ค๐ข๐ฎ๐ฑ๐ข๐จ๐ฏ๐ข๐ต๐ข ๐ข ๐๐ฐ๐ฏ๐ต๐ฆ๐ณ๐ฆ๐ข๐ญ๐ฆ. Accompagna il padre in numerose gite ed escursioni tra Magredi e Prealpi Carniche.
Nel 1906 si trasferisce a Vittorio Veneto per gli impegni lavorativi del padre; lรฌ frequenta il ginnasio. Per completare gli studi trasloca a Padova e, nonostante il periodo bellico, si laurea il 15 giugno 1918 a pieni voti in scienze naturali, discutendo una tesi sperimentale in geologia col prof. ๐๐๐ค๐ง๐๐๐ค ๐ฟ๐๐ก ๐๐๐๐ฏ (quel Dal Piaz…). La tesi tratta uno studio geologico e morfologico di un vasto territorio allora interessato dagli eventi bellici. Oltre alle difficoltร logistiche, sociali e culturali (una donna che si inerpica per valli e monti, da sola, in anni decisamente poco rassicuranti), si aggiungono quelli politici ed economici dei territorio interessati allo studio.
Termina i rilevamenti poco prima della Battaglia di Caporetto (autunno 1917) e, proprio per la caparbietร e la scrupolositร del suo lavoro, riceve il Premio Giovanni Omboni di 500 lire ยซ๐ฑ๐ฆ๐ณ ๐ข๐ท๐ฆ๐ณ ๐ฅ๐ข๐ต๐ฐ ๐ฑ๐ณ๐ฐ๐ท๐ฆ [๐ค๐ฐ๐ฏ ๐ญ๐ข ๐ญ๐ข๐ถ๐ณ๐ฆ๐ข] ๐ฅ๐ฆ๐ญ ๐ฎ๐ข๐จ๐จ๐ช๐ฐ๐ณ ๐ฑ๐ณ๐ฐ๐ง๐ช๐ต๐ต๐ฐ ๐ช๐ฏ ๐๐ฆ๐ฐ๐ญ๐ฐ๐จ๐ช๐ข ๐ฆ ๐๐ช๐ฏ๐ฆ๐ณ๐ข๐ญ๐ฐ๐จ๐ช๐ขยป. Ottiene in seguito anche il diploma di magistero in scienze naturali, abilitante allโinsegnamento. Nel 1919 riceve l’incarico di assistente presso lโIstituto di botanica dellโAteneo di Padova, incarico che mantiene fino al 30 settembre 1930, quando accetta di entrare come insegnante di ruolo di storia naturale, mineralogia e geografia dapprima presso lโistituto tecnico di Rovigo, poi al liceo scientifico di Padova e tornare a Pordenone, nel 1951, come insegnante al liceo scientifico. Nello stesso anno diventa docente esterna di botanica a Padova, mentre nel 1952 consegue l’idoneitร per la cattedra di botanica all’universitร di Camerino.
Facciamo un passo indietro: oltre alla sua sfolgorante attivitร di docenza, partecipa a numerosi studi sul campo. Nel 1920 Dal Piaz le chiede di collaborare alla compilazione della ๐พ๐๐ง๐ฉ๐ ๐๐๐ค๐ก๐ค๐๐๐๐ ๐๐๐ก๐ก๐ ๐๐ง๐ ๐๐๐ฃ๐๐ฏ๐๐. Le toccano i rilievi, le osservazioni, gli appunti, le misure, disegni, fotografie e campionamenti nonchรฉ l’elaborazione completa del Foglio ๐๐๐ฃ๐๐๐๐ค. Contribuisce sostanziosamente anche alla compilazione dei Fogli Ampezzo, Pieve di Cadore e Belluno. Date un’occhiata qui: https://www.istitutoveneto.org/lapolifora/008/pdf/01.pdf
Per studiare la distribuzione della flora alpina si dedica all’arrampicata, da cui tra spunti per scrivere (1936) ‘๐๐ท๐ท๐ฆ๐ฏ๐ต๐ถ๐ณ๐ข ๐ข๐ญ ๐ค๐ฐ๐ฏ๐ง๐ช๐ฏ๐ฆ’ e ‘๐๐ฆ๐ฎ๐ฑ๐ฐ๐ณ๐ข๐ญ๐ฆ ๐ช๐ฏ ๐ข๐ญ๐ต๐ข ๐ฎ๐ฐ๐ฏ๐ต๐ข๐จ๐ฏ๐ข’.
E’ proprio la passione per la botanica che le fa pubblicare numerosi lavori riguardanti la vegetazione della valle in cui ha trascorso l’infanzia: ‘๐๐ณ๐ช๐ฎ๐ฐ ๐ค๐ฐ๐ฏ๐ต๐ณ๐ช๐ฃ๐ถ๐ต๐ฐ ๐ข๐ญ๐ญ๐ข ๐ง๐ญ๐ฐ๐ณ๐ข ๐ฅ๐ฆ๐ญ๐ญ๐ข ๐๐ข๐ญ ๐๐ฆ๐ญ๐ญ๐ช๐ฏ๐ข (๐๐ณ๐ช๐ถ๐ญ๐ช ๐๐ค๐ค๐ช๐ฅ๐ฆ๐ฏ๐ต๐ข๐ญ๐ฆ)’ del 1920. Seguono poi ‘๐ ๐ค๐ข๐ณ๐ข๐ต๐ต๐ฆ๐ณ๐ช ๐ฅ๐ฆ๐ญ๐ญ๐ข ๐ท๐ฆ๐จ๐ฆ๐ต๐ข๐ป๐ช๐ฐ๐ฏ๐ฆ ๐ช๐ฏ ๐๐ข๐ญ ๐๐ฆ๐ญ๐ญ๐ช๐ฏ๐ข’ del 1925. ‘๐๐ข ๐ป๐ฐ๐ฏ๐ข ๐ฅ๐ฆ๐ญ๐ญ๐ฆ ๐ณ๐ช๐ด๐ฐ๐ณ๐จ๐ช๐ท๐ฆ ๐ฏ๐ฆ๐ญ ๐๐ณ๐ช๐ถ๐ญ๐ช ๐ฐ๐ค๐ค๐ช๐ฅ๐ฆ๐ฏ๐ต๐ข๐ญ๐ฆ ๐ฆ๐ฅ ๐ช ๐ด๐ถ๐ฐ๐ช ๐ค๐ข๐ณ๐ข๐ต๐ต๐ฆ๐ณ๐ช ๐ง๐ญ๐ฐ๐ณ๐ช๐ด๐ต๐ช๐ค๐ช’ nel 1927. ‘๐๐ข ๐ท๐ฆ๐จ๐ฆ๐ต๐ข๐ป๐ช๐ฐ๐ฏ๐ฆ ๐ฅ๐ฆ๐ช ๐๐ข๐จ๐ณ๐ฆ๐ฅ๐ช ๐ฏ๐ฆ๐ญ๐ญโ๐ข๐ญ๐ต๐ข ๐ฑ๐ช๐ข๐ฏ๐ถ๐ณ๐ข ๐ฅ๐ฆ๐ญ ๐๐ณ๐ช๐ถ๐ญ๐ช ๐ฐ๐ค๐ค๐ช๐ฅ๐ฆ๐ฏ๐ต๐ข๐ญ๐ฆ’ nel 1928.
Giร allora la frammentazione o distruzione degli habitat era un pericolo reale e Silvia scrive alla sorella “๐๐ช๐ ๐๐ฃ๐ฉ๐ค๐ง๐ฃ๐ค ๐จ๐ฉ๐๐ฃ๐ฃ๐ค ๐๐๐ก๐๐๐๐ฃ๐๐ค ๐๐๐ฅ๐ฅ๐๐ง๐ฉ๐ช๐ฉ๐ฉ๐ค, ๐ ๐จ๐ ๐ฃ๐ค๐ฃ ๐๐๐๐๐๐๐ข๐ค ๐ฅ๐ง๐๐จ๐ฉ๐ค, ๐ฃ๐ค๐ฃ ๐ฉ๐ง๐ค๐ซ๐ค ๐ฅ๐๐ช’ ๐ฃ๐๐๐ฃ๐ฉ๐ ๐๐ ๐๐ฃ๐ซ๐๐๐ง๐ ๐๐ก๐กโ๐๐ง๐ฉ๐ค ๐ฝ๐ค๐ฉ๐๐ฃ๐๐๐ค”. A Silvia vengono ufficialmente attribuite le scoperte di 5 specie botaniche (vedi qui: https://www.ipni.org/a/12009-1 . Ma sua รจ anche la scoperta della ๐๐ณ๐ข๐ฎ๐ฃ๐ฆ ๐ต๐ข๐ต๐ข๐ณ๐ช๐ข (spiegone qui: https://www.tangia.it/crambe-tatarica/ ), endemica nei Magredi.
Si spinge poi verso il Cadore e il Comelico, raccogliendo scrupolosamente piante ma integrando le esplorazioni con osservazioni geologiche, idrologiche ed ecologiche. Presso l’Istituto di Botanica dell’Universitร di Padova รจ conservato uno dei migliori erbari regionali italiani, con 20’000 specie catalogate. Ed รจ quasi tutta opera di Silvia.
Nel 1947 torna nella terra natia ad esaminare il ripopolamento vegetale del lago di Burida a Pordenone, pubblicando un opuscolo scientifico.
Un anno piรน tardi riceve il prestigioso il premio ministeriale per le scienze naturali da parte dellโAccademia Nazionale dei Lincei che lo motiva cosรฌ: ยซ๐ฅ๐๐ง ๐ค๐จ๐จ๐๐ง๐ซ๐๐ฏ๐๐ค๐ฃ๐ ๐๐ง๐๐ฉ๐๐๐๐ ๐๐ ๐ข๐ค๐ง๐๐ค๐ก๐ค๐๐๐ ๐ ๐จ๐๐จ๐ฉ๐๐ข๐๐ฉ๐๐๐ ๐๐ ๐ฃ๐ช๐ข๐๐ง๐ค๐จ๐ ๐จ๐ฅ๐๐๐๐ ๐๐๐ก๐ก๐ ๐๐ก๐ค๐ง๐ ๐๐๐ก๐ก๐ ๐ผ๐ก๐ฅ๐ ๐๐ง๐๐๐ฃ๐ฉ๐๐ก๐ยป
Gli ultimi anni della sua troppo breve vita li dedica alla sistematica scrivendo ”๐๐ญ๐ฐ๐ณ๐ข ๐ฆ๐ด๐ค๐ถ๐ณ๐ด๐ช๐ฐ๐ฏ๐ช๐ด๐ต๐ช๐ค๐ข’ (1956). Un manuale ancora valido oggi, sia per studenti universitari che per guide professioniste. Nell’ultimo paragrafo scrive:
โ๐โ๐๐ต๐ข๐ญ๐ช๐ข ๐ฑ๐ณ๐ฆ๐ด๐ฆ๐ฏ๐ต๐ข ๐ถ๐ฏโ๐ช๐ฏ๐ค๐ฐ๐ฏ๐ด๐ถ๐ฆ๐ต๐ข ๐ท๐ข๐ณ๐ช๐ฆ๐ตร ๐ฅ๐ช ๐ค๐ญ๐ช๐ฎ๐ช, ๐ฅ๐ข ๐ฒ๐ถ๐ฆ๐ญ๐ญ๐ฐ ๐ข๐ญ๐ฑ๐ช๐ฏ๐ฐ ๐ฅ๐ช ๐ต๐ช๐ฑ๐ฐ ๐ฑ๐ฐ๐ญ๐ข๐ณ๐ฆ ๐ข ๐ฒ๐ถ๐ฆ๐ญ๐ญ๐ฐ ๐ฎ๐ฆ๐ฅ๐ช๐ต๐ฆ๐ณ๐ณ๐ข๐ฏ๐ฆ๐ฐ ๐ฅ๐ช ๐ต๐ช๐ฑ๐ฐ ๐ด๐ถ๐ฃ๐ต๐ณ๐ฐ๐ฑ๐ช๐ค๐ข๐ญ๐ฆ; ๐ข ๐ต๐ข๐ญ๐ฆ ๐ท๐ข๐ณ๐ช๐ฆ๐ตร ๐ฅ๐ช ๐ค๐ญ๐ช๐ฎ๐ช ๐ค๐ฐ๐ณ๐ณ๐ช๐ด๐ฑ๐ฐ๐ฏ๐ฅ๐ฆ ๐ถ๐ฏ๐ข ๐ด๐ต๐ณ๐ข๐ฐ๐ณ๐ฅ๐ช๐ฏ๐ข๐ณ๐ช๐ข ๐ณ๐ช๐ค๐ค๐ฉ๐ฆ๐ป๐ป๐ข ๐ง๐ญ๐ฐ๐ณ๐ช๐ด๐ต๐ช๐ค๐ข. ๐๐ฐ๐ญ๐ต๐ฆ ๐ฅ๐ฆ๐ญ๐ญ๐ฆ ๐ฏ๐ฐ๐ด๐ต๐ณ๐ฆ ๐ฑ๐ชรน ๐ฃ๐ฆ๐ญ๐ญ๐ฆ ๐ด๐ฑ๐ฆ๐ค๐ช๐ฆ ๐ด๐ฐ๐ฏ๐ฐ ๐ฑ๐ฆ๐ณรฒ ๐ฎ๐ช๐ฏ๐ข๐ค๐ค๐ช๐ข๐ต๐ฆ ๐ฅ๐ช ๐ฅ๐ช๐ด๐ต๐ณ๐ถ๐ป๐ช๐ฐ๐ฏ๐ฆ ๐ฅ๐ข๐ญ๐ญโ๐ข๐ท๐ช๐ฅ๐ช๐ตร ๐ฅ๐ช ๐ค๐ฉ๐ช ๐ญ๐ฆ ๐ณ๐ข๐ค๐ค๐ฐ๐จ๐ญ๐ช๐ฆ ๐ถ๐ค๐ค๐ช๐ฅ๐ฆ๐ฏ๐ฅ๐ฐ๐ฏ๐ฆ ๐จ๐ญ๐ช ๐ช๐ฏ๐ฅ๐ช๐ท๐ช๐ฅ๐ถ๐ช ๐ฆ ๐ฅ๐ช ๐ค๐ฉ๐ช ๐ค๐ข๐ฏ๐ค๐ฆ๐ญ๐ญ๐ข ๐ญ๐ฆ ๐ด๐ต๐ข๐ป๐ช๐ฐ๐ฏ๐ช ๐ฏ๐ข๐ต๐ถ๐ณ๐ข๐ญ๐ช (๐ฃ๐ฐ๐ด๐ค๐ฉ๐ช, ๐ฃ๐ณ๐ถ๐จ๐ฉ๐ช๐ฆ๐ณ๐ฆ, ๐ฑ๐ข๐ญ๐ถ๐ฅ๐ช) ๐ค๐ฉ๐ฆ ๐ญ๐ฆ ๐ฐ๐ด๐ฑ๐ช๐ต๐ข๐ฏ๐ฐ. ๐๐ช๐ค๐ฐ๐ณ๐ฅ๐ช๐ข๐ฎ๐ฐ ๐ค๐ฉ๐ฆ ๐ฎ๐ฐ๐ญ๐ต๐ฆ ๐ด๐ฑ๐ฆ๐ค๐ช๐ฆ ๐ฅ๐ฆ๐ฃ๐ฃ๐ฐ๐ฏ๐ฐ ๐ฆ๐ด๐ด๐ฆ๐ณ๐ฆ ๐ข๐ด๐ด๐ฐ๐ญ๐ถ๐ต๐ข๐ฎ๐ฆ๐ฏ๐ต๐ฆ ๐ฑ๐ณ๐ฐ๐ต๐ฆ๐ต๐ต๐ฆ ๐ฆ ๐ณ๐ช๐ด๐ฑ๐ฆ๐ต๐ต๐ข๐ต๐ฆ, ๐ฑ๐ฆ๐ณ๐ค๐ฉรฉ ๐ฑ๐ข๐ณ๐ต๐ช๐ค๐ฐ๐ญ๐ข๐ณ๐ฎ๐ฆ๐ฏ๐ต๐ฆ ๐ด๐ฆ๐ฏ๐ด๐ช๐ฃ๐ช๐ญ๐ช, ๐ฆ ๐ง๐ข๐ค๐ช๐ญ๐ช ๐ข ๐ด๐ค๐ฐ๐ฎ๐ฑ๐ข๐ณ๐ช๐ณ๐ฆ ๐ฅ๐ข ๐ถ๐ฏ๐ข ๐ฅ๐ฆ๐ต๐ฆ๐ณ๐ฎ๐ช๐ฏ๐ข๐ต๐ข ๐ป๐ฐ๐ฏ๐ข ๐ฒ๐ถ๐ข๐ฏ๐ฅ๐ฐ ๐ท๐ฆ๐ฏ๐จ๐ข๐ฏ๐ฐ ๐ต๐ณ๐ฐ๐ฑ๐ฑ๐ฐ ๐ฅ๐ช ๐ง๐ณ๐ฆ๐ฒ๐ถ๐ฆ๐ฏ๐ต๐ฆ ๐ณ๐ข๐ค๐ค๐ฐ๐ญ๐ต๐ฆ [โฆ]โ
Il 30 giugno 1956, mentre rientra da Conegliano da una delle sue esplorazioni, la sua auto impatta violentemente contro un platano a bordo strada, dopo essere stata colpita da un altro automezzo. Termina cosรฌ la sua brillante vita, ma non il ricordo dei suoi preziosi contributi. A lei sono intitolate la Societร Naturalisti di Pordenone (1966) e il Museo Civico di Storia Naturale di Pordenone (1970).
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