๐๐จ ๐ฌ๐๐ฉ๐๐ฏ๐ข ๐๐ก๐?
Il colore rosso, in Natura, ha solitamente funzione aposematica: mi coloro di rosso in modo che mi si veda bene e si associ questa livrea alla mia pericolositร (tossicitร , velenositร , urticabilitร , etc), evitando che io venga mangiato e che faccia passare a miglior vita anche il mio predatore incauto. In passato ho giร accennato alla strategia difensiva dell’aposematismo adottata dagli animali: https://www.tangia.it/bates-o-muller/ . Nel campo vegetale il discorso cambia leggermente.
Le piante adottano il colore rosso nei i propri frutti per farsi notare e farsi mangiare. Infatti, il prelievo del frutto non implica per forza la morte del consumatore. Anzi, ne favorisce il perpetuarsi della specie. E piรน frutti vengono asportati dalla pianta “madre”, piรน possibilitร ci sono che in futuro ne nasca una nuova pianta. Peccato che tanti frutti rossi siano tranquillamente commestibili solo da alcuni animali. Mentre per altre specie, cibarsene puรฒ comportare anche il decesso.
Giusto per citarne alcuni: il pungitopo (https://www.tangia.it/ruscli/), il tasso (https://www.tangia.it/ma-le-bacche-no/), l’agrifoglio (https://www.tangia.it/attento-alle-spine/), tร maro (https://www.tangia.it/tamus/). Ma, come specie umana – assai antropocentrica – possiamo godere di altrettanta bontร , assaggiando lamponi, cornioli, ciliegie, fragole. Basta conoscere alla perfezione ciรฒ che stiamo raccogliendo oppure farci accompagnare da personale esperto.
Torniamo alla pianta che dร il titolo allo spiegone: il sorbo degli uccellatori (๐๐ฐ๐ณ๐ฃ๐ถ๐ด ๐ข๐ถ๐ค๐ถ๐ฑ๐ข๐ณ๐ช๐ข) della famiglia delle Rosacee. In tedesco ๐๐ฃ๐ฆ๐ณ๐ฆ๐ด๐ค๐ฉ๐ฆ (frassino – per la somiglianza delle foglie, pur non essendo “parenti”; rosso – per il colore dei frutti) o ๐๐ฐ๐จ๐ฆ๐ญ๐ฌ๐ช๐ณ๐ด๐ค๐ฉ๐ฆ (ciliegia degli uccelli); in inglese ๐๐ฐ๐ถ๐ฏ๐ต๐ข๐ช๐ฏ ๐ข๐ด๐ฉ (frassino – vedi sopra; di montagna – per l’altitudine del suo habitat); ๐๐ฆ๐ณ๐ฃ๐ข๐ญ ๐ฅ๐ฆ ๐ญ๐ฐ๐ด ๐ค๐ข๐ป๐ข๐ฅ๐ฐ๐ณ๐ฆ๐ด (sorbo dei cacciatori). Nomi comuni che ne fanno intuire chiaramente l’utilizzo e l’aspetto.
La nomenclatura scientifica aggiunge informazioni. Il nome generico ‘sorbus’ era utilizzato giร ai tempi di Plinio il Vecchio (I sec. d.C.) e secondo alcuni deriverebbe dal latino ‘sรฒrbeo’ = sorbire, forse per il succo fermentato delle bacche (frutti) che poteva essere sorbito (bevuto) senza temere troppi effetti collaterali letali. Secondo altri sarebbe l’unione di due parole celtiche dal significato di ‘aspro’ e ‘mela’. L’epiteto specifico ‘aucupium’ si riferisce indubbiamente all’uccellagione, attivitร a cui ho accennato qui: https://www.tangia.it/aucupio/ . La pianta attira effettivamente numerose specie di uccelli migratori frugivori (che si cibano di frutta) e veniva collocata strategicamente nei pressi di roccoli e bressane per facilitare la vita agli uccellatori, da cui il nome comune.
Troviamo il sorbo degli uccellatori in tutta l’Europa; in Italia รจ ubiquitaria; in Friuli VG vegeta bene tra il livello del mare e i 2000 mt. s.l.m. Preferisce comunque le fasce submontane e montane, i boschi di faggi e abeti, i cespugli di rododendri e ontani; il terreno dev’essere ricco di sostanze organiche e sufficientemente umido. Non disdegna le zone con affioramenti rocciosi, i margini boschivi, i sentieri delimitati da muretti a secco.
Il portamento della pianta รจ di medie dimensioni, con un’altezza massima di 15-20 metri, ma tende a diventare arbustivo con l’innalzarsi delle altitudini. Il ๐ฉ๐ง๐ค๐ฃ๐๐ค รจ sottile, liscio da giovane, screpolato da maturo, eretto e abbondantemente ramificato. E’ sorretto da un ๐๐ฅ๐ฅ๐๐ง๐๐ฉ๐ค ๐ง๐๐๐๐๐๐ก๐ fittonante, profondo e dotato di robuste radici laterali. Le ๐๐ค๐๐ก๐๐, come ci indicano i nomi comuni riportati a inizio spiegone, somigliano a quelle del frassino, pur non essendo parenti. I ๐๐๐ค๐ง๐ compaiono fra maggio e luglio e spargono un forte odore di castagno, sono di colore bianco-giallastro, raccolti in grappoli densi.
In questo periodo la pianta si fa notare proprio per le ๐๐๐๐๐๐ (o piรน correttamente, i frutti) che si colorano dall’arancio al rosso e si raccolgono in pesanti grappoli. Questi resteranno sulla pianta per tutta la stagione invernale, regalando colori vivaci anche al bosco ormai spoglio. Contrariamente a quanto suggerito nell’introduzione, le bacche rosse sono commestibili anche per l’uomo, con moderazione e meglio se cotte o fermentate. Vanno raccolte dopo una gelata notturna. Da crude contengono ๐ข๐ฎ๐ช๐จ๐ฅ๐ข๐ญ๐ช๐ฏ๐ข, un derivato cianidrico presente anche nelle mandorle. Il sapore non รจ proprio gradevole al nostro palato; lo dice il nome generico stesso: “๐ฎ๐ฆ๐ญ๐ข ๐ข๐ด๐ฑ๐ณ๐ข”. Ma si amalgama bene in preparazioni di gelatine, marmellate e salse.
Gli uccelli, dicevamo, sono ghiotti dei frutti che, offrendosi per tutto l’inverno, rappresentano una buona fonte trofica anche durante periodi di magra. Il ๐๐๐๐๐ค๐๐ง๐ช๐จ๐ค๐ฃ๐ (๐๐ฐ๐ฎ๐ฃ๐บ๐ค๐ช๐ญ๐ญ๐ข ๐จ๐ข๐ณ๐ณ๐ถ๐ญ๐ถ๐ด) ne ha fatto la sua dieta principale e li assume anche da fermentati, senza riportare danni.
Gli usi, davvero molteplici delle parti vegetali del sorbo degli uccellatori, ne ha fatto una pianta apprezzata e coltivata ad hoc. Dai rami giovani si ottiene un colorante nero. Il legno, duro, compatto ed elastico, รจ apprezzato da artigiani per lavori di ebanisteria, costruzione di slitte, tornitura, intaglio. I flauti sono spesso costruiti col legno di sordo, come anche componenti di mobili. Ha una buona resa calorica come legna da ardere e col carbone si otteneva, in passato, la polvere pirica. Dai frutti si ricava il sorbitolo (E420), un tempo impiegato come sostitutivo dello zucchero nei prodotti dietetici, e l’acido sorbico (E200), un conservante alimentare ad azione antifungina
La medicina popolare usava – e talvolta ancora usa – le componenti vegetali come lassativo, diuretico, per combattere le malattie da raffreddamento (per l’alto contenuto di vitamina C), le infiammazioni della pelle e della gola, per tonificare la pelle stanca e opaca. Rammento che l’assunzione di grandi quantitร di frutti freschi puรฒ provocare infiammazioni alle mucose dell’apparato digerente. Meglio affidarsi a personale qualificato, che possa indicarci le dosi corrette, funzionali e non dannose.
Nel folklore popolare, piante riccamente coperte di frutti anticipano inverni molto rigidi. Le bacche essiccate erano potenti repellenti per streghe, lupi mannari e demoni e proteggevano da incantesimi e malocchi. Nei paesi nordici le porte d’ingresso sono ancora oggi adornate di corone intrecciate di rami del sorbo: tengono lontani ๐จ๐ฅ๐๐ง๐๐ฉ๐ ๐ข๐๐ก๐๐๐ฃ๐ e ๐๐ช๐ก๐ข๐๐ฃ๐. La mitologia norrena indica per l’appunto nel sorbo la pianta sacra al dio del fulmine Thor, mentre in quella lappone รจ dedicata al dio del tuono Horagalles. I druidi incidevano le Rune in rondelle di legno di sorbo
Le saghe nordiche raccontano anche che, chi avesse la sciagurata intenzione di sradicare un sorbo dal luogo in cui ha deciso di crescere, per ripiantarlo altrove, รจ destinato a morte certa. Questa sopraggiunge quando il fusto della pianta avrร raggiunto il diametro del collo del giardiniere avventato.
Gli antichi romani lasciavano fermentare le bacche con il grano, ottenendo una bevanda dolciastra. Oggi sono distillare per preparare acquavite e liquori. Sempre le bacche, stavolta essiccate, erano mescolare alla farina per rendere il pane piรน sostanziosi in momenti di carestia.
E mentre i rabdomanti trovano l’acqua con bacchette di nocciolo, le bacchette di sorbo, dette “๐ข๐๐ฃ๐ค ๐๐ ๐จ๐ฉ๐ง๐๐๐”, sono in grado di segnalare tesori, metalli o gioielli perduti nel terreno.
Per finire, la ricetta di ๐ซ๐ค๐๐ ๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐๐ ๐๐ ๐จ๐ค๐ง๐๐ค. Servono 500 gr di bacche fresche, 500 gr di mele mondate e tagliate a fette, 100 gr di zucchero, 1 lt. di vodka. Frutta e bacche vanno poste a strati in un ampio contenitore, cosparse di zucchero e annaffiate di vodka, fino a coprire il tutto completamente. Porre il recipiente chiuso al sole per due mesi. Filtrare, imbottigliare e assaggiare. Mi racconterete.
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