๐๐จ ๐ฌ๐๐ฉ๐๐ฏ๐ข ๐๐ก๐?
Studiare – o per lo meno – affacciarsi al complesso regno vegetale รจ molto stimolante, sia per la varietร di esseri viventi che questo regno annovera, che per l’unicitร di ogni specie che fino ad oggi ho avuto la curiositร di prendere almeno superficialmente in esame. Cosรฌ come la toponomastica racconta storie, leggende, orografie e morfologie dei luoghi, allo stesso modo i nomi popolari assegnati ai viventi mi incuriosiscono parecchio, proprio perchรฉ pregni di significati e allusioni. La sfilza di piante chiamate “Spaccasassi” รจ nutrita: si va da alcune specie di felci, alle sassifraghe, al bagolaro, ad alcune specie tipicamente tropicali.
Oggi tocca all’๐๐ด๐ฑ๐ญ๐ฆ๐ฏ๐ช๐ถ๐ฎ ๐ต๐ณ๐ช๐ค๐ฉ๐ฐ๐ฎ๐ข๐ฏ๐ฆ๐ด, detto anche “falso capelvenere” oppure “spaccapietre”, per l’appunto. E’ una pianta cosmopolita, la troviamo pressochรฉ dappertutto sul globo terrestre. Ma predilige, come suggerito dal nome comune, i muri, le pareti, le pietre in ambienti umidi ed ombrosi, tra i 0 e i 2900 mt. s.l.m.
Il nome scientifico agevola l’opera di identificazione, anche per un neofita. L’epiteto generico deriva dal greco ฯฯฮปฮฎฮฝ ( = splen, milza), preceduto dal prefisso privativo ฮฑ- ( = contro), a intendere che fosse utile nella cura dei disturbi della milza. Lo specifico invece descrive la foglia della felce: ฯฯฮฏฮพ ( = thrix, capello o pelo) unito a ย ฮผแพฑฮฝฯฯ ( = mฤnฯs,ย floscio o molle). Ad un attenta osservazione il picciolo – o rachide fogliare – molto sottile e fragile, che unisce le foglioline al fusto, appare evidente.
Le foglie sono chiamate “๐ฑ๐ช๐ฏ๐ฏ๐ถ๐ญ๐ฆ” e variano da 15 a 40 paia per ogni fronda. Sono di colore verde acceso appena spuntate; invecchiando, il loro colore si scurisce e diventano caduche. E’ la pagina inferiore delle pinnule, l’aspetto piรน caratteristico della pianta. Essendo una felce (seguirร spiegone apposito sulla classe delle felci ๐๐ฐ๐ญ๐บ๐ฑ๐ฐ๐ฅ๐ช๐ฐ๐ฑ๐ด๐ช๐ฅ๐ข), non produce fiori o frutti per moltiplicarsi nell’ambiente. Produce invece delle ๐ด๐ฑ๐ฐ๐ณ๐ฆ, che sono poi affidate al vento, per spargere nuovi individui nei dintorni e perpetrare la specie.
Provate nella stagione di sporificazione, che per la Spaccasassi in terra friulana va da marzo a settembre, a osservare la pagina inferiore delle foglie. Noterete la presenza di piccoli mucchietti allungati, da 4 a 6 per pinnula, di colore dapprima giallo scuro, poi tendente al marrone. Sono i ๐ด๐ฐ๐ณ๐ช, in parole povere un assembramento di ๐ด๐ฑ๐ฐ๐ณ๐ข๐ฏ๐จ๐ช. Questi, a loro volta, sono la sede in cui si formano le spore.
Se, passeggiando in un bosco, incappate in una pianta di cui volete conoscere almeno la classe, giratele le foglie. La presenza di strisce piรน o meno lunghe di minuscoli bottoncini disposte sul lato inferiore, conferma che avete tra le mani una felce.
Passiamo alle radici, dette ๐ณ๐ช๐ป๐ฐ๐ฎ๐ช, che nella Spaccasassi sono particolarmente tenaci. Infatti si attribuiscono loro peculiari capacitร di insinuarsi, dapprima con filamenti minuscoli, nelle fessure anche minime dei supporti rocciosi. Siano essi bancate di pietra calcarea oppure muretti in cemento e malta. Col trascorrere delle stagioni i rizomi si ingrossano e si allargano, provocando la degradazione del supporto. Secondo alcuni testi di botanica, il merito non รจ della sola pianta, ma va associato alle infiltrazioni di acque meteoriche, favorite senza dubbio dall’impianto radicale della Spaccasassi. Il resto lo fa il ghiaccio grazie al fenomeno del ๐ค๐ณ๐ช๐ฐ๐ค๐ญ๐ข๐ด๐ต๐ช๐ด๐ฎ๐ฐ, cioรจ la disgregazione della roccia dovuta all’espansione volumetrica dell’acqua quando questa ghiaccia.
Cosรฌ come disgrega la pietra, pare che la Spaccasassi possa sciogliere anche i calcoli renali. Gli studi scientifici specifici in merito sono ancora carenti, ma alcuni ricercatori dell’Universitร di Urbino affermano di aver provocato in vitro la riduzione della cristallizzazione dell’ossalato di calcio, utilizzando l’estratto di Spaccasassi. A tutto beneficio delle cellule tubulari renali, fondamentali nel funzionamento ottimale dei nostri reni.
La medicina popolare invece fa tesoro dei secoli di utilizzo della pianta. Plinio il Vecchio (23 d.C. – 25 agosto 79 d.C.)ย nella sua “Naturalis Historia” le dedica alcuni capitoli. Pare fosse apprezzata per le sue proprietร espettoranti e fluidificanti delle secrezioni catarrali, decongestionanti per milza e mucose orali, diuretiche e antinfiammatorie. Ai giorni nostri l’utilizzo della Spaccasassi si riduce a impacchi e cataplasmi da applicare sul cuoio capelluto, per combattere forfora e alopecia.
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