Stromatolite

𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞?

Tra le migliaia di ciottoli diversi che si possono osservare nel letto del nostro Tagliamento, alcuni meritano uno spiegone. Quello sul calcare nero lo trovate qui: https://www.tangia.it/calcare-nero/. Oggi tocca a una pietra biancastra – la stromatolite – che si fa notare tra gli altri innumerevoli sassi di fiume.

Premesso che il Tagliamento, così come fanno tutti i corsi d’acqua, trasporta a valle il materiale di sgretolamento e smantellamento dei rilievi che attraversa, capiamo che ciò che oggi compone il greto sassoso di un fiume qualsiasi, anni prima si trovava altrove. Molto più a monte. Il bacino idrografico del Tagliamento – e dei suoi affluenti – abbraccia larga parte delle Alpi e Prealpi Carniche e Giulie. Quindi, in modo diretto o indiretto, materiali diversissimi sono stati trascinati verso valle. Sono soprattutto rocce sedimentarie, calcari, dolomie, arenarie, selci, vulcaniti, conglomerati, qualche raro basalto.

La stromatolite è relativamente facile da riconoscere, che la si trovi in un greto oppure affiorante lungo un sentiero di montagna. E’ di colore biancastro e presenta una sequenza regolare di stratificazioni. Se il ciottolo è stato molato dall’azione dell’acqua la superficie è liscia, con le laminazioni evidenti solo otticamente (immagine a sinistra). Se invece il ciottolo ci è capitato tra i piedi in montagna, la stratificazione è evidente anche al tatto (immagine a destra). La foto sotto è piuttosto esplicativa.

Ma dove e come si sono formate le stromatoliti? Si originano nelle zone di bagnasciuga, dette piane tidali, dove le maree sommergono e fanno emergere ciclicamente delle colonie di batteri marini. Vi ricordo che l’odierno Friuli ha vagato in lungo e in largo per il globo terrestre, passando, nelle sue peregrinazioni anche per l’equatore. E numerose volte si è trovato a profondità considerevoli, per poi riemergere e tornare ad essere terraferma emersa qualche millennio dopo.

Le condizioni geofisiche e climatiche in cui si sono formate le stromatoliti ‘friulane’ sono equiparabili alle odierne spiagge delle Bahamas: un mare caldo, tropicale. In quelle spiagge ancora oggi si formano dei cuscini di colonie mucillaginose di cianobatteri. Questi ultimi sono microrganismi fotosintetici, alghe per intenderci, che contribuiscono a produrre large parte dell’ossigeno che respiriamo.

Ma lo facevano già 250 / 200 milioni di anni, durante il periodo geologico chiamato Triassico. Questi cuscinetti si ricoprivano di fango trasportato dalle onde di marea. Il tappeto mucillagineo si impregnava di sedimenti finissimi sospesi nell’acqua. Lo strato di batteri si insediava al di sopra di quello di sedimenti, in attesa di essere nuovamente ricoperto di altri sedimenti. E questa alternanza si ripeteva nel tempo.

Per la decomposizione (o putrefazione) i batteri scomparivano, lasciando in loco solo i sedimenti stratificati, le laminazioni appunto. La struttura finiva poi sommersa da una notevole massa sovrastante (acqua o ulteriori sedimenti che fossero). La pressione ne compattava gli interstizi vuoti, ne espelleva l’acqua, la cementava, ne faceva pietra, la fossilizzava: stromatolite, che in greco significa “coperta di pietra” (στρώμα, strōma = tappeto, coperta e λὶθος, lìthos = pietra).

Poi un bel giorno di qualche milione di anni fa, la placca africana di scontra con quella euroasiatica e solleva strati di rocce provenienti dalle profondità della crosta terrestre regalando a noi questi testimoni muti di un passato difficile da percepire ma sbalorditivo nella sua semplicità e bellezza.

Le stromatoliti, oltre che nel greto del Tagliamento, le trovate numerose nelle Prealpi e Alpi Carniche e Giulie all’interno del corpo roccioso chiamato Dolomia Principale (seguirà spiegone). Personalmente ne ho trovate tantissime sull’Amariana (la stromatolite a destra nell’immagine).

stromatolite
Esemplari di stromatolite