𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞?
Il 𝘛𝘢𝘨𝘭𝘪𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰, chiamato “Re dei fiumi alpini” per la scarsissima antropizzazione dell’area direttamente interessata dal suo corso, vanta anche un gran numero di idronimi (toponimi di corsi d’acqua) alternativi. Il Friulano, lingua romanza che affonda le proprie radici nelle culture di tutti i popoli che hanno attraversato questa terra (Celti, Carni, Latini, Longobardi, Franchi, Sassoni, Slavi), ne snocciola numerosi: Tiliment, Tajament, Timent, Tuliment con tutte le fantasiose varianti locali.
Ma è l’idronimo indoeuropeo che ne caratterizza profondamente lo spirito: 𝗧𝗮𝗹𝗶 𝗠𝘂. Significa “Fratello Maggiore”, in contrapposizione al fratello minore che molto probabilmente indicava il Fella.
Il Tagliamento sgorga presso il passo della Mauria, in provincia di Belluno per una manciata di metri, e sfocia tra Lignano e Bibione, segnando col suo corso anche un tratto dei confini regionali. La sua lunghezza, 170 km, e l’ampiezza del suo alveo (largo fino a 3 km) interessano un bacino idrografico di ben 3000 km² e una popolazione di 165’000 residenti lungo le sue sponde.
Il fiume, nelle sue vesti di fratello maggiore, è creatore, modellatore e distruttore dell’orografia, degli habitat e dell’elevatissima biodiversità che il Friuli può vantare. Ed è anche, insieme al fratellino Fella, un formidabile corridoio ecologico che mette in stretto contatto gli ecosistemi di larga parte dell’Europa. Arrivi, partenze e transiti di flora, fauna ed eventi meteorologici sono fortemente influenzati dal bacino idrico del Tagliamento che offre, oltre al corso d’acqua, zone boschive golenali, habitat ecotonali, piane alluvionali, forre, gole, ghiaie, dune e spiagge dove gli esseri viventi, uomini inclusi, hanno trovato riparo, nutrimento e condizioni di vita adatte alla sedentarietà e proliferazione.
L’unica specie vivente che ha avuto l’ardire di cambiare il carattere e le sembianze del Fratello Maggiore è stato l’uomo, le cui opere lungo il fiume hanno spesso arrecato danni all’uomo stesso. Ma di questo argomento vi parlerò in un’altra occasione.
ᶠᵒᵗᵒ: ᵐⁱᵃ ⁽ˢᵗʳᵉᵗᵗᵃ ᵈⁱ ᴾⁱⁿᶻᵃⁿᵒ, ᵛⁱˢᵗᵃ ᵈᵃ ᴾᵒⁿᵗᵃⁱᵇᵃ⁾