𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞?
Nel 2017 ha avuto fine l’annosa diatriba fra Friuli VG e Veneto sulla paternità del famoso dolce al cucchiaio. Dal 29 luglio di quell’anno il 𝙏𝙞𝙧𝙖𝙢𝙞𝙨𝙪’ è stato iscritto dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali (detti “PAT”) friulani e giuliani della regione Friuli VG. Ovviamente resta irrisolta la questione se il prodotto sia stata “inventato” dai goriziani o dai friulani (oh cielo, che errore… dai carnici).
Pare che la sequenza storica sia questa.
Il 19 maggio 1938 𝙈𝙖𝙧𝙞𝙤 𝘾𝙤𝙨𝙤𝙡𝙤 (1913-1986), vice cuoco friulano della Regia Marina, si trova a bordo del panfilo reale di Vittorio Emanuele III, in navigazione verso Siracusa. Accetta la sfida a confezionare un dolce seduta stante e coi soli ingredienti presenti nella cucina. Prepara un dolce al cucchiaio, presentato in una coppa. Utilizza pan di Spagna imbevuto di Marsala secco, crema di zabaione, panna montata e cacao in polvere. Il palato reale si gusta il nuovo dolce appena partorito dalla mentre creativa dello chef e ne è conquistato, tanto da indurre tutti i commensali presenti a pretendere la loro porzione della neonata “𝘾𝙤𝙥𝙥𝙖 𝙑𝙚𝙩𝙩𝙪𝙧𝙞𝙣𝙤”. Appena riapprodato sui patrii lidi di Pieris (Go) nel 1939, Cosolo inserisce il dolce nel menu del ristorante di famiglia “𝘈𝘭 𝘝𝘦𝘵𝘵𝘶𝘳𝘪𝘯𝘰”, ottenendo larghissimi consensi.
Alcuni anni più tardi, siamo all’inizio degli anni ’50 e a Tolmezzo (Ud), la cuoca 𝙉𝙤𝙧𝙢𝙖 𝙋𝙞𝙚𝙡𝙡𝙞 assieme al marito Giuseppe Del Fabbro gestisce l’albergo Roma. Norma si trova alle prese con il “𝘋𝘰𝘭𝘤𝘦 𝘛𝘰𝘳𝘪𝘯𝘰” di Pellegrino Artusi. Decide di sostituire alcuni ingredienti della ricetta originaria: il mascarpone al burro, la polvere di cacao al cioccolato e il caffè al liquore Alchermes. L’intenzione è di deliziare i palati degli avventori domenicali (sciatori ed escursionisti) con un dolce al cucchiaio gustoso, leggero, ricostituente e sostanzioso.
Lo chiama “𝘛𝘳𝘢𝘯𝘤𝘪𝘢 𝘢𝘭 𝘮𝘢𝘴𝘤𝘢𝘳𝘱𝘰𝘯𝘦” e lo fa assaggiare al marito e amici. Il verdetto è unanime “è un dolce che tira sù”, ed ecco che dal 1953 la pietanza ha un nome definitivo. A corroborare questa tesi: un conto datato 1959 in cui appaiono ordinate due porzioni di “𝙏𝙞𝙧𝙖𝙢𝙞 𝙨𝙪'”; il menu di due cene svoltesi al Roma nel 1963 e 1965 da cui scegliere il “Tirimi-su”. Racconta Giuseppe: “𝘐 𝘧𝘳𝘦𝘲𝘶𝘦𝘯𝘵𝘢𝘵𝘰𝘳𝘪 𝘥𝘰𝘮𝘦𝘯𝘪𝘤𝘢𝘭𝘪 𝘥𝘦𝘭 𝘙𝘰𝘮𝘢 𝘴𝘷𝘶𝘰𝘵𝘢𝘷𝘢𝘯𝘰 𝘥𝘦𝘤𝘪𝘯𝘦 𝘥𝘪 𝘵𝘦𝘨𝘭𝘪𝘦 𝘥𝘪 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘯𝘶𝘰𝘷𝘰 𝘦 𝘴𝘲𝘶𝘪𝘴𝘪𝘵𝘰 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘰𝘴𝘵𝘰. 𝘛𝘢𝘯𝘵𝘪 𝘷𝘦𝘯𝘪𝘷𝘢𝘯𝘰 𝘢 𝘛𝘰𝘭𝘮𝘦𝘻𝘻𝘰 (𝘢 𝘲𝘶𝘦𝘪 𝘵𝘦𝘮𝘱𝘪!) 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘨𝘶𝘴𝘵𝘢𝘳𝘦 𝘪𝘭 𝘵𝘪𝘳𝘢𝘮𝘪𝘴ù. 𝘕𝘦𝘭 𝘨𝘪𝘳𝘰 𝘥𝘪 𝘱𝘰𝘤𝘩𝘪 𝘥𝘦𝘤𝘦𝘯𝘯𝘪 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘥𝘰𝘭𝘤𝘦 𝘴𝘪 𝘱𝘰𝘵𝘦𝘷𝘢 𝘨𝘶𝘴𝘵𝘢𝘳𝘦 𝘢 𝘗𝘢𝘳𝘪𝘨𝘪, 𝘕𝘦𝘸 𝘠𝘰𝘳𝘬, 𝘛𝘰𝘬𝘪𝘰, 𝘔𝘰𝘴𝘤𝘢. 𝘔𝘦𝘭𝘣𝘰𝘶𝘳𝘯𝘦…”
Gli ingredienti per la versione di Norma sono:
– mascarpone gr 500
– zucchero gr 400
– tuorli d’uovo 4
– albumi d’uovo montati a neve 4
– caffè amaro q.b.
– savoiardi q.b.
– cacao q.b.
Montare i tuorli d’uovo insieme allo zucchero ed unire il mascarpone montando per qualche minuto tutto il composto. Unire gli albumi montati a neve e delicatamente a formare un impasto leggero e omogeneo.
Inzuppare i savoiardi nel caffè amaro e stenderli sgocciolati su una terrina dalla forma desiderata. Quindi coprirli uniformemente con uno strato del composto montato; stendere poi ancora uno strato di savoiardi inzuppati e ricoprire ancora una volta con il composto. Spolverare l’ultimo strato con un buon cacao amaro e lasciare riposare in frigo almeno 12 ore. Servire con un cucchiaino e…buon appetito.
Per finire, altra chicca friulana: il 24 maggio 2015 a Gemona del Friuli (distante 20 km da Tolmezzo) è stato preparato il tiramisù più grande del mondo, tanto da conquistare il 𝘎𝘶𝘪𝘯𝘯𝘦𝘴𝘴 𝘞𝘰𝘳𝘭𝘥 𝘙𝘦𝘤𝘰𝘳𝘥. Pesava 3’015 kg, era lungo 30 metri e largo 2. Ci sono voluti 50 pasticceri e 150 volontari. E poco importa se nel 2018 lo stesso record è stato infranto a Villesse (Go) e nel 2019 a Milano.
Ecco il video dell’impresa friulana (sempre augurandomi che siano stati utilizzati prodotti a km 0 e provenienti da allevamenti etici – ma ho qualche dubbio in merito). https://www.guinnessworldrecords.com/news/2015/5/video-world-record-for-worlds-largest-tiramisu-returns-to-italy-379872
ᶠᵒᵗᵒ: ᵈᵃˡ ʷᵉᵇ, ᵈⁱ ᵖᵘᵇᵇˡⁱᶜᵒ ᵈᵒᵐⁱⁿⁱᵒ