Vegliato

๐‹๐จ ๐ฌ๐š๐ฉ๐ž๐ฏ๐ข ๐œ๐ก๐ž?

Avete presente quella sensazione tra il divertito, smarrito e sorpreso, quando una persona vi fa notare che il termine che state usando, puรฒ avere altri significati, totalmente opposti o vagamente sopra le righe. A me รจ capitato con la definizione di “๐™˜๐™ค๐™ฃ๐™ค๐™ž๐™™๐™š ๐™™๐™ž ๐™™๐™š๐™ž๐™š๐™ฏ๐™ž๐™ค๐™ฃ๐™š”. Mi รจ stato fatto l’appunto che, oltre ad essere un corpo sedimentario, potrebbe far pensare a geometrici prodotti intestinali. E sorrido ogni volta che lo pronuncio.

Il ๐™ฉ๐™ค๐™ง๐™ง๐™š๐™ฃ๐™ฉ๐™š ๐™‘๐™š๐™œ๐™ก๐™ž๐™–๐™ฉ๐™ค, oggetto dello spiegone, รจ la causa scatenante del travisato prodotto intestinale. Mi spiego meglio. Ormai sapete a menadito che i rilievi montani si sono formati milioni di anni fa, soprattutto come depositi di sedimenti stratificati su fondi marini. Questi strati, inizialmente orizzontali, si sono poi sollevati e deformati in seguito allo scontro di placche tettoniche (per quel che riguarda le Alpi). Una volta esposti agli agenti atmosferici, hanno subito il modellamento. Questo include lo smantellamento degli stessi rilievi, cioรจ il portare a valle il materiale che fino a qualche milione di anni prima stava in cima a una montagna.

Lo smantellamento avviene per numerosi motivi, ma il piรน frequente รจ l’acqua. L’acqua che si insinua nelle crepe e linee di debolezza delle rocce. Ghiacciandosi, le frantuma e le scolla dallo strato adiacente. Le rocce sbriciolate finiscono travolte dalle acque meteoriche e incanalate verso rii, torrenti, fiumi. Lรฌ, altra acqua le prende in consegna e, a seconda dell’impeto dell’elemento liquido, sono trasportate altrove, braccate anche dalla gravitร . Quindi il loro destino รจ scendere, fin dove la forza dell’acqua le puรฒ trasportare. A un certo tratto saranno abbandonate e, magari, coperte da altre rocce

I motivi dell’abbandono sono numerosi. Il fiume ha cambiato alveo, la portata dell’acqua si รจ ridotta, la pendenza del tratto di alveo si รจ ammorbidita, sono cambiate le condizioni climatiche. Per il torrente Vegliato, entra in concausa anche una faglia – la ๐™‚๐™š๐™ข๐™ค๐™ฃ๐™–/๐™†๐™ค๐™—๐™–๐™ง๐™ž๐™™ – che “sfregando” corpi rocciosi l’uno sull’altro, aumenta indubbiamente la disponibilitร  di detriti che il Vegliato puรฒ portare a valle. Ma quale valle?

Quella del Tagliamento (oggi), perchรฉ ci troviamo nelle Prealpi Giulie, e il torrente Vegliato รจ quello che scende da Sella Foredรดr, tra i monti Cuarnan e Chiampon, dando forma al conoide di deiezione su cui sorge ๐™‚๐™š๐™ข๐™ค๐™ฃ๐™– ๐™™๐™š๐™ก ๐™๐™ง๐™ž๐™ช๐™ก๐™ž. La zona in tempi antichi (Pleistocene; 2,58 mil. d.a.f. – 11’700 anni fa) era bagnata dal Fella; il Tagliamento – come accaduto per l’Arzino – ha semplicemente usurpato l’alveo di un altro fiume.

Torniamo al Vegliato, immissario dell’odierno Tagliamento. Si genera nell’insellatura tra le due cime nominate sopra e arraffa tutta la ghiaia disponibile lungo il suo percorso montano. Poi sbuca all’improvviso in una zona pianeggiante, perdendo forza e aprendosi a ventaglio. Inevitabilmente abbandona i suoi ospiti lungo l’alveo, sempre piรน ampio e dispersivo. Le rocce piรน voluminose vengono deposte prima, quelle piรน leggere tengono duro ancora un pรฒ, prima di vedersi piantate in asso dal nastro trasportatore liquido.

Questo movimento dura da milioni di anni e ha formato un conoide di deiezione davvero enorme. Ampio 3,6 km nel punto piรน largo, lungo oltre 2 km – dall’apice alla punta della “lingua” – profondo 530 metri al di sopra della superficie attuale della pianura, a cui si aggiungono altri 30 mt. sepolti sotto ai depositi trasportati dal Tagliamento. Un volume strepitoso: ๐Ÿฎ,๐Ÿฑ – ๐Ÿฏ ๐—บ๐—ถ๐—น๐—ถ๐—ฎ๐—ฟ๐—ฑ๐—ถ ๐—ฑ๐—ถ ๐—บ๐—ฒ๐˜๐—ฟ๐—ถ ๐—ฐ๐˜‚๐—ฏ๐—ถ ๐—ฑ๐—ถ ๐—ฟ๐—ผ๐—ฐ๐—ฐ๐—ฒ. Troppi per un torrente breve come il Vegliato e per la sua portata, anche se messa in relazione alle condizioni atmosferiche di allora.

I geologi hanno evidenziato il contributo della faglia Gemona – Kobarid, come ulteriore generatore di rocce, e, in aggiunta, il materiale risultante dalle numerose frane innescate dai terremoti (per inciso, sapete dove si colloca, secondo indagini recentissime, l’ipocentro del terremoto del 6/05/1976?). Ma il Vegliato continua a portare a valle i suoi detriti, in misura sicuramente ridotta e meno minacciosa. L’ultimo evento di movimentazione di sedimenti non cementati – chiamata ‘colata’ – รจ del giugno 1987. Le opere di incanalamento e regimentazione del torrente, il cui alveo รจ stato spostato all’estremitร  settentrionale del suo conoide, riducono al minimo i suoi effetti sul conoide e sull’abitato.

Meno rassicurante il torrente Grideule, che scorre all’altra estremitร  del conoide. Le sue colate hanno causato danni al cimitero posto accanto al Duomo, portandosi via le casse e i defunti (anno 1430) e al muro del camposanto, arrivando a lambire le porte del Duomo (anno 1499). Qui lo spiegone che racconta di alcuni danni causati dalla Grideule: https://www.tangia.it/ad-silanos/

Il conoide di deiezione รจ definito “stabilizzato” perchรฉ non subisce piรน l’azione del Vegliato, tant’รจ che Gemona non รจ piรน soggetta a movimenti di scivolamento franoso e non viene invasa da detriti a ogni pioggia torrenziale. E se dal greto destro del Tagliamento possiamo nitidamente apprezzare il ventaglio del conoide, dalle borgate gemonesi poste all’apice dello stesso percepiamo ancora una volta la potenza travolgente, la forza creatrice e distruttrice della Natura.

แถ แต’แต—แต’: แดฑแถœแต’แตแต˜หขแต‰แต’ แตˆแต‰หกหกแต‰ แดฌแถœqแต˜แต‰ แตˆแต‰หก แดณแต‰แตแต’โฟแต‰หขแต‰

I monti Chiampon (sx) e Cuarnan (dx) con l'evidente conoide detritico del Vegliato, su cui sorge Gemona
I monti Chiampon (sx) e Cuarnan (dx) con in mezzo l’evidente conoide detritico del Vegliato, su cui sorge Gemona