Verme d’inverno, erba d’estate

𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐒 𝐜𝐑𝐞?
Ho letto recentemente di una proposta giunta dall’ambiente sportivo, che vorrebbe mettere al bando, o equipararlo al doping, l’assunzione di un fungo proveniente dalla Cina.

Premesso che il fungo in questione ormai viene allevato in strutture apposite, fino a qualche anno fa esistevano veri e propri cacciatori di funghi che setacciavano versanti montani di alta quota del Tibet, Nepal e Cina (fino a 3000 – 5000 m.s.l.m.) per raccogliere le loro “tracce” e rivenderle a peso d’oro. Il rischio di causarne l’estinzione e il continuo lievitare dei prezzi, ha indotto la moderna industria chimica e farmacologica a perfezionare i suddetti “allevamenti”.

Ma di cosa stiamo parlando? E soprattutto, perchΓ© ve ne parlo? Ovviamente perchΓ© la storia Γ¨ complessa e un filino truce.

Trattasi del fungo π˜–π˜±π˜©π˜ͺ𝘰𝘀𝘰𝘳π˜₯𝘺𝘀𝘦𝘱𝘴 𝘳𝘰𝘣𝘦𝘳𝘡𝘴π˜ͺπ˜ͺ (detto anche 𝘊𝘰𝘳π˜₯𝘺𝘀𝘦𝘱𝘴 𝘴π˜ͺ𝘯𝘦𝘯𝘴π˜ͺ𝘴) che svolge un ciclo vitale singolare. Le spore del fungo vengono asperse da posizione elevata e per gravitΓ  o dispersione aerea, ricadono su una vasta superficie, abitata da animali ignari che le ospiteranno, loro malgrado. Ma mica che se le portano addosso, no.

In autunno le spore del fungo si introducono nell’animale ospite (soprattutto larve di insetti, falene, formiche, etc) che le mangia, assumendo foglie e lettiera di sottobosco opportunamente contaminate. Lo parassitano, sfruttandone ogni risorsa disponibile e trascorrendo l’inverno al calduccio del corpo dell’ospite. Non contente, le spore induco la povera bestiola a uscire dalla rassicurante lettiera del sottobosco e a raggiungere posizione elevate, da dove poi nuove spore potranno prendere il volo.

Ma come fanno? Le spore emettono sostanze chimiche nei tessuti muscolari dell’ospite, facendolo diventare, in sostanza, uno zombie sottomesso alle volontΓ  (o esigenze riproduttive) del parassita. Queste sostanze, unite alla progressiva consunzione di tutti i tessuti dell’animale, lo conducono ovviamente alla morte, ma ne mantengono intatta la forma esteriore.

Tant’Γ¨ che a primavera, lo stroma del fungo, lungo fino a 8 cm., esce dal capo dell’animale parassitato facendogli assumere forme facilmente riconoscibili. I cacciatori di cordyceps non devono fare altro che raccogliere queste appendici fruttifere del fungo, al cui capo inferiore sarΓ  inevitabilmente appeso il corpo essiccato dell’ospite.

Curiosa Γ¨ l’etimologia cinese del fungo: “π˜‹π˜°π˜―π˜¨π˜Šπ˜©π˜°π˜―π˜¨π˜Ÿπ˜ͺ𝘒𝘊𝘒𝘰” che significa “verme rigido d’inverno e erba d’estate” proprio perchΓ© nei mesi invernali il fungo trasforma le larve infette in vermi rigidi; mentre in estate il fungo emerge dal terreno in tutta la sua vitalitΓ  e fulgore.

L’uso farmacologico del fungo Cordyceps Γ¨ documentato e datato 1760 a.C. grazie alla medicina popolare cinese. L’assunzione della polvere, pare, abbia poteri antisettici, tonico-rinvigorenti, stimolanti per il sistema immunitario e di potenziamento della resistenza fisica.

E poi ci schifiamo perchΓ© il futuro delle proteine sarΓ  rappresentato dalle farine di insetti.
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Gli stromi del fungo spuntano tra la vegetazione primaverile
Il prodotto essiccato e pronto per l’utilizzo