Vespertilio maggiore

𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞?

Uno dei miei primi spiegoni accennava al mimetismo uditivo, qui: https://www.tangia.it/criptismo-uditivo/

Si tratta di una strategia adottata da alcune specie di falene per salvarsi dal vorace e infallibile pipistrello a caccia. La selezione naturale ha dotato gli insetti di peluria, che assorbe gli ultrasuoni emessi dal chirottero, scomparendo letteralmente nel buio.

Sto studiando i “Pippi” e volevo condividere con voi questa ulteriore caratteristica che li rende così meravigliosi ai miei occhi.

A madre Natura non importa che tu sia predatore o preda, importante è che il ciclo della materia si perpetui, mangiando o finendo per essere mangiato.

Mentre per gli insetti, animali relativamente “semplici”, il mimetismo è consuetudine diffusa, per i mammiferi è già più complesso adattarsi di volta in volta e volontariamente all’ambiente che li ospita. Discorso ancora più complesso se ci si riferisce al solo mimetismo uditivo. Cioè emettere suoni che imitino altri animali, oppure – come nel caso della falena sopracitata – sparire dallo spettro acustico.

Ma ci sono i pipistrelli, a farci ricredere.

Uno studio condotto dai docenti Danilo Russo e Leonardo Ancillotto, del Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli, ha preso in esame i 𝙑𝙚𝙨𝙥𝙚𝙧𝙩𝙞𝙡𝙞 𝙢𝙖𝙜𝙜𝙞𝙤𝙧𝙞 (𝘔𝘺𝘰𝘵𝘪𝘴 𝘮𝘺𝘰𝘵𝘪𝘴), una specie di chirottero molto diffuso in Europa centro-meridionale, anche in FVG. I loro predatori più implacabili sono i rapaci notturni (gufi etc.) e già una ventina di anni fa il dott. Russo, durante le sue ricerche per il dottorato, aveva intuito alcune incongruenze nelle interazioni predatorie fra le due specie di animali alati.

Le osservazioni in laboratorio hanno confermato i sospetti. A 8 𝙗𝙖𝙧𝙗𝙖𝙜𝙞𝙖𝙣𝙣𝙞 e altrettanti 𝙖𝙡𝙡𝙤𝙘𝙘𝙝𝙞 sono state fatte ascoltare varie tracce audio: il buzzing di un’ape e di un calabrone, il verso del chirottero e un altro strano suono emesso dallo stesso e registrato dalle apparecchiature di rilevamento acustico. Solo all’ascolto del naturale verso del vespertilio, i rapaci si avvicinavano alla fonte sonora. Gli altri tre rumori provocavano addirittura l’allontanamento degli uccelli. La logica deduzione è che il pipistrello emetta un suono simile a quello di un insetto che può risultare “offensivo” se minacciato.

E’ il primo caso accertato di 𝘪𝘮𝘪𝘵𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘢𝘤𝘶𝘴𝘵𝘪𝘤𝘢 𝘪𝘯𝘵𝘳𝘢𝘴𝘱𝘦𝘤𝘪𝘧𝘪𝘤𝘢 di un mammifero.

Nel mondo piumato invece l’imitazione acustica è più comune: il picchio dorato (diffuso in USA) emette ronzii simili al nostro vespertilio per sfuggire ai suoi predatori; una specie di civetta che nidifica in tane sotterranee, produce un suono associabile a quello dei serpenti a sonagli, per tenere lontani predatori fossori.

Riporto le parole del dott. Russo: «𝘐 𝘱𝘪𝘱𝘪𝘴𝘵𝘳𝘦𝘭𝘭𝘪 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘥𝘦𝘪 𝘷𝘦𝘳𝘪 𝘦 𝘱𝘳𝘰𝘱𝘳𝘪 𝘮𝘪𝘳𝘢𝘤𝘰𝘭𝘪 𝘦𝘷𝘰𝘭𝘶𝘵𝘪𝘷𝘪. 𝘌𝘴𝘱𝘳𝘪𝘮𝘰𝘯𝘰 𝘢𝘥𝘢𝘵𝘵𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘪𝘯 𝘳𝘪𝘴𝘱𝘰𝘴𝘵𝘢 𝘢𝘭𝘭𝘦 𝘧𝘰𝘳𝘻𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘦𝘭𝘦𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘯𝘢𝘵𝘶𝘳𝘢𝘭𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘮𝘦𝘵𝘵𝘰𝘯𝘰 𝘮𝘢𝘪 𝘥𝘪 𝘴𝘰𝘳𝘱𝘳𝘦𝘯𝘥𝘦𝘳𝘤𝘪.»

Qui invece il suono del ronzio emesso dai vespertili: https://www.youtube.com/watch?v=u1t4bLYKodw&t=5s

Spero di avervi trasmesso un frammento della stupenda molteplicità adattativa dei “Pippi”.

ᶠᵒᵗᵒ: ᴮᵃᵗˢˡⁱᶠᵉ.ᵉᵘ