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Le πππ πππ‘ πππ‘π sono delle antiche rotte, soprattutto commerciali, che mettevano in comunicazione siti produttivi con centri di smistamento di merci particolari; in questo caso il sale. Il minerale, estratto dalle saline sparse lungo i littorali marini, era prezioso – fin dalla preistoria – per le sua proprietΓ di conservante alimentare e, in misura minore e piΓΉ di recente, di insaporitore di cibi.
Fu su iniziativa dei commercianti che si allestirono le prime vie del Sale, organizzate e tra loro comunicanti. In Italia ce ne sono una decina, documentate storicamente. Le denominazioni sono esplicative: ‘Via Salaria’ e ‘ad Salinas’ giusto per citarne alcune. Ma a noi interessa quella π¨π©ππ§πππ£π, che collegava l’alto Mar Adriatico (con le saline presenti a Chioggia, Aquileia e Grado) alla pianura friulana, attraversava poi i valichi alpini e giungeva fino a Salisburgo.
I tracciati si sviluppavano, ove possibile, per vie fluviali, oppure lungo strette mulattiere e sterrati giΓ presenti, quando il passaggio coi carri ormai era impossibile. Al contempo, si valutava la convenienza economica del transito per l’una o l’altra dogana, visto che il Friuli brulicava di dazieri e gabellieri. E anche la questione della sicurezza influiva sulla scelta del percorso da seguire. Si preferivano le alture e i passaggi sopraelevati, piΓΉ sicuri dall’assalto di briganti e dagli allagamenti improvvisi. I torrenti e le paludi erano accuratamente evitate, considerata l’assenza o l’insicurezza spesso strutturale dei ponti.
Al loro rientro, i mercanti caricavano i loro mezzi di trasporto (su ruote o su zoccoli) con lana, pelli, cuoio, vino da vendere lungo i paesi attraversati.
A ππ€π’π₯π‘πππ€ si puΓ² visitare un tratto della Via del Sale Stiriana, localmente nota come “strada di Grovitz”. Si dirige verso Cesclans, passando accanto al greto del rio Pusala, al Cuel MulimiΓ©la (con una cannoniera della prima guerra mondiale liberamente visitabile) e costeggiando infine dei caratteristici muretti a secco.
Imboccando la via da Somplago si attraversa un ponte in pietra (vedi foto) a due archi, sempre appartenente al tracciato della Via del Sale, datato I – II sec. d.C. ma di recente recupero e sistemazione.
Percorrere questi luoghi Γ¨ un modo per assaporare atmosfere passate, richiamare alla memoria storie lette sui libri di avventure, immaginare genti e popoli toccati da eventi e tradizioni che si stanno perdendo pian piano nella notte dei tempi.
P.S. Aggiungo una nota storica sul sale, solo per suscitare un sorriso o una riflessione. Testimonianze che ci giungono dal passato, riferiscono che i monaci della Gallia meridionale fossero soliti cibarsi di sale “fritto”. L’abitudine alimentare era legata alla convinzione che il sale, come sostanza capace di prosciugare i liquidi dei tessuti organici, fosse particolarmente indicato per spegnere i desideri carnali negli uomini che avevano scelto di vivere in castitΓ e preghiera.
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