𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞?
L’anfiteatro morenico friulano è un’unità morfologicamente interessante, sia per la sua formazione glaciale che per l’urbanistica che si è sviluppata a ridosso e in cima ai modesti rilievi che formano la lingua più avanzata del “collinare” del Friuli VG. Il comune di 𝙈𝙤𝙧𝙪𝙯𝙯𝙤 si posiziona proprio sul rilievo maggiore, con le sue frazioni piuttosto distanti tra loro a occupare strategicamente i colli del territorio.
La storia del comune si perde nell’antichità, ben oltre la necropoli celtica di cui si sono trovate tracce alla fine del XIX secolo ai piedi del castello di Moruzzo. È lecito supporre che la civiltà delle tùmbare prima e dei castellieri poi, riferibili all’età del Bronzo e del Ferro (1800 – 450 a.C.), abbiano edificato insediamenti residenziali e difensivi su queste alture.
I comuni limitrofi o contigui (Fagagna, Buja, Mereto di Tomba, Rive d’Arcano, per citarne alcuni) possono vantare insediamenti di tale origine, storicamente documentati. A ribadire l’importanza strategica dei colli morenici, il Friuli VG annovera un numero davvero elevato di castelli, caseforti, fortilizi, costruiti molto probabilmente su edifici precedenti. Questi ultimi avevano il chiaro scopo di creare un reticolo di postazioni e vedette capaci di scorgere a ragguardevole distanza movimenti o eventi non proprio pacifici. E di avvertirne, grazie al contatto visivo, le strutture attigue.
Nella sola frazione di Brazzacco del comune di Moruzzo, si contano due castelli (Brazzacco Superiore e Inferiore, detto anche di S. Andrea) e la 𝙑𝙞𝙡𝙡𝙖 𝙙𝙚𝙡 𝙏𝙤𝙧𝙨𝙤 𝙋𝙖𝙪𝙡𝙤𝙣𝙚, costruita su un pre-esistente edificio difensivo. Le tre strutture formavano molto probabilmente un triangolo fortilizio. Considerato che il castello superiore esiste almeno dal 983 d.C. e quello inferiore dal 1309, anche suddetta villa è presumibilmente coeva ad almeno uno dei castelli. La documentazione storica che ne prova l’esistenza è datata XVIII secolo.
La splendida Villa, nascosta da maestosa vegetazione e da un muro di cinta di sasso, si trova lungo la strada che collega Pagnacco a Moruzzo. Senza accedere alla proprietà, è comunque possibile scorgere il parco che circonda l’edificio. Gli alberi monumentali ad alto fusto, le piante rare, elementi decorativi statuari e un giardino all’italiana impreziosiscono l’ambiente, ampliato nel secolo scorso. Il cortile d’onore, che accompagna il visitatore dal cancello fino al corpo principale della Villa, si chiude con una grande aiuola circolare. Sono presenti anche una fontana, delle serre ed edifici annessi. Il parco si sviluppa su vari livelli, connessi da terrazze, muretti in sasso, scalinate e portali in pietra che incorniciano sempre nuovi scorci.
L’edificio principale è a pianta quadrata sviluppata su tre livelli. Verso ovest si estende, in linea con l’edificio principale, un corpo allungato di soli due livelli, dotata di torretta. Completano la struttura delle barchesse laterali. Per la ricchezza compositiva e l’importanza storica della Villa, tutto il complesso è vincolato dalla legge 1089 del 1939 che tutela “cose di interesse artistico e storico”.
La parte centrale si conclude superiormente con un cornicione lievemente in aggetto e un frontone timpanato triangolare con occhio centrale, arricchito da statue e anfore di pietra. Al piano terra si evidenzia il portale d’ingresso al di sopra del quale si apre la porta-finestra del piano nobile. Questa presenta un balconcino con balaustre e un frontoncino triangolare in sommità. La copertura, in tegole di laterizio, è a padiglione e ornato da camini simmetricamente distribuiti.
Il corpo laterale si distingue per il grande portale trabeato, con cornice a bugnato dai conci di dimensioni irregolari. La torretta che si staglia posteriormente, è di epoca successiva all’edificazione della struttura. E’ a pianta quadrata con bifora anteriore trabeata.
Come anticipato a inizio spiegone, molto probabilmente la Villa sorge sui ruderi di un’antica struttura difensiva, collegata funzionalmente e strategicamente ai due castelli di Brazzacco. In tempi meno tumultuosi, la proprietà è divenuta struttura agricola, di pertinenza della famiglia di mercanti udinesi Campiutti, che da qui dirigeva terreni e coloni a esso sottoposti. Diventa poi, in seguito a nuovi rimaneggiamenti sulla destinazione d’uso, residenza signorile dei Conti di Savorgnan – Brazzà. Nel XIX secolo passa di mano alla famiglia nobile di origini milanesi, i Del Torso, presenti nel tessuto sociale di Udine già a partire dal XIII secolo.
La Villa è di proprietà privata, ma i signori attuali ne permettono la visita in occasione di eventi culturali e storici. Sono visitabili, oltre al giardino, la cosiddetta “Sala della Musica”. Si tratta di un ambiente di rappresentanza, collocato ortogonalmente al corridoio d’ ingresso della Villa. Vi si accede dallo scalone e dalla galleria. E’ luminosa, abbellita da numerose finestre con vetri a piombo. Queste si affacciano sulla piccola cappella della residenza, ancora consacrata, chiamata “Cappella della Madonna del Latte”.
Brevi ricerche sul web svelano la presenza, al piano terra, di una cucina in cui troneggia un originario cinquecentesco “fogolâr”. Nel parco è allestito un giardino d’inverno, ricavato dalla trasformazione di una struttura destinata in origine alle carrozze.
Oltre ad invitarvi a partecipare agli eventi collegati alle aperture straordinarie di queste magnifiche residenze (una si svolgerà, guarda caso, il prossimo 4 novembre, link a fondo spiegone), vi invito anche a consultare la pagina https://www.fondazionelaika.it/. La fondazione, che si occupa di tutela e protezione di animali di compagnia e cortile, ha sede proprio nella Villa del Torso Paulone ed è fondata e promossa dalla famiglia Amodio, proprietaria della residenza.
Qui il programma della manifestazione “𝘼𝙣𝙙𝙖𝙧 𝙥𝙚𝙧 𝙑𝙞𝙡𝙡𝙚 𝙚 𝘾𝙖𝙨𝙩𝙚𝙡𝙡𝙞”, organizzata e promossa dalla casaforte La Brunelde: https://www.labrunelde.it/wp-content/uploads/2023/10/AICS-Locandina.pdf
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