“Luisa”

𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞?

Il borgo abbandonato di 𝘋𝘢𝘷𝘰𝘶𝘳 𝘭𝘢 𝘔𝘰𝘯𝘵 (Castelnovo del Friuli – PN) è raggiungibile percorrendo un sentiero che parte dalla frazione Romagnoi. Quello che restava delle abitazioni, ancora in piedi dopo il terremoto del 1976, è stato riportato alla luce, recuperato e ripristinato da volontari e iscritti Anpi, grazie a due anni di duro lavoro. Il borgo era composto da poche povere abitazioni, in cui nascevano, crescevano e da cui partivano emigranti numerosi friulani.

Tra di loro Virginia Tonelli, quinta di sette figli, nata il 03 novembre 1903 e restata orfana a soli 12 anni. Costretta ad aiutare economicamente madre e fratelli, gira l’Italia lavorando come sarta, assistente del medico condotto, vigilatrice d’infanzia, guardarobiera. Rientra a Castelnovo per assistere il fidanzato malato, che morirà di lì a poco.

Tonelli espatria in Francia nel 1934 dove entra in contatto col locale partito comunista. Il suo appartamento di Tolone diventa base d’appoggio e crocevia per i futuri combattenti repubblicani della guerra civile spagnola e per chi invece deve frettolosamente abbandonare i luoghi degli scontri.

Nel 1942 il partito comunista la invita a tornare al suo paese d’origine e organizzare da lì la Resistenza, col nome di “Luisa”. Tralascio ogni giudizio etico, morale o storico sulla sua figura, onde evitare commenti revisionisti o critiche sterili; sta di fatto che “Luisa” assume un importante ruolo di collegamento tra i reparti in montagna e le organizzazioni antifasciste in pianura e opera come staffetta partigiana tra il Comitato garibaldino del Monte Ciaurlec e la Federazione friulana del PCI e il Comitato di Liberazione Nazionale di Udine.

L’abitazione di fronte alla sua, appartenuta agli 11 fratelli “Spagnoi”, Tonelli anche loro, tutti antifascisti, combattenti in Spagna e in Francia e partigiani, era la sede del comando tappa garibaldino.

Il 19 settembre 1944 viene catturata dai nazisti a Trieste. Muore nel campo di sterminio della Risiera di San Sabba in un giorno non precisato dell’ottobre 1944; sembra sia stata gettata ancor viva nel forno crematorio, dopo le precedenti torture, che non erano riuscite nel loro obiettivo di ottenere informazioni.

Sue le parole «𝘔𝘪 𝘴𝘱𝘢𝘷𝘦𝘯𝘵𝘢 𝘭’𝘪𝘥𝘦𝘢 𝘥𝘪 𝘯𝘰𝘯 𝘳𝘪𝘶𝘴𝘤𝘪𝘳𝘦 𝘢 𝘵𝘦𝘯𝘦𝘳𝘦 𝘭𝘢 𝘣𝘰𝘤𝘤𝘢 𝘤𝘩𝘪𝘶𝘴𝘢 𝘴𝘦 𝘮𝘪 𝘢𝘳𝘳𝘦𝘴𝘵𝘢𝘯𝘰»; pare che il coraggio non le sia mancato nemmeno quell’ultima volta.

La targa apposta sulla parete del rudere, che era stata la casa di Virginia, recita:

𝘐𝘯 𝘮𝘦𝘮𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘥𝘪 𝘤𝘰𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘱𝘪𝘦𝘨𝘢𝘳𝘰𝘯𝘰

𝘦 𝘥𝘪 𝘝𝘪𝘳𝘨𝘪𝘯𝘪𝘢 𝘛𝘰𝘯𝘦𝘭𝘭𝘪 “𝘓𝘶𝘪𝘴𝘢”

𝘤𝘩𝘦 𝘲𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘭𝘢 𝘵𝘦𝘳𝘳𝘢 𝘦𝘳𝘢 𝘴𝘰𝘵𝘵𝘰 𝘪𝘭 𝘱𝘪𝘦𝘥𝘦 𝘯𝘢𝘻𝘪𝘴𝘵𝘢 𝘦 𝘧𝘢𝘴𝘤𝘪𝘴𝘵𝘢

𝘰𝘴𝘤𝘶𝘳𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘭𝘰’, 𝘤𝘰𝘯𝘷𝘪𝘯𝘴𝘦, 𝘭𝘰𝘵𝘵𝘰’.

𝘊𝘢𝘵𝘵𝘶𝘳𝘢𝘵𝘢 𝘵𝘳𝘢𝘴𝘧𝘰𝘳𝘮𝘰’ 𝘪𝘯 𝘴𝘪𝘭𝘦𝘯𝘻𝘪𝘰 𝘭’𝘰𝘥𝘪𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘱𝘰𝘱𝘰𝘭𝘰

𝘦 𝘪𝘯 𝘴𝘪𝘭𝘦𝘯𝘻𝘪𝘰 𝘮𝘰𝘳𝘪’ 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘙𝘪𝘴𝘪𝘦𝘳𝘢 𝘥𝘪 𝘚𝘢𝘯 𝘚𝘢𝘣𝘣𝘢.

𝘖 𝘵𝘶 𝘤𝘩𝘦 𝘱𝘢𝘴𝘴𝘪 𝘱𝘦𝘳 𝘪𝘭 𝘵𝘶𝘰 𝘱𝘢𝘤𝘪𝘧𝘪𝘤𝘰 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰

𝘳𝘪𝘤𝘰𝘳𝘥𝘢𝘵𝘪 𝘥𝘪 𝘳𝘪𝘤𝘰𝘳𝘥𝘢𝘳𝘦.

(Tito Maniacco)

ᶠᵒᵗᵒ: ᵐⁱᵃ

I ruderi della casa natale di Virginia Tonelli