Cocchiere del diavolo

𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐒 𝐜𝐑𝐞?

Al π™˜π™€π™˜π™˜π™π™žπ™šπ™§π™š π™™π™šπ™‘ π™™π™žπ™–π™«π™€π™‘π™€ non interessa se Γ¨ giΓ  novembre; le temperature diurne lo confondono e lui Γ¨ convinto di avere ancora un mese per cercarsi una tana tra la lettiera umida del sottobosco. Ma prima di preoccuparci del suo ritmo circadiano, facciamo la conoscenza con questo curioso e alquanto arrembante coleottero. π˜–π˜€π˜Ίπ˜±π˜Άπ˜΄ 𝘰𝘭𝘦𝘯𝘴 Γ¨ giΓ  una indiziaria presentazione: “piede veloce che puzza”. A cui aggiungiamo il nome comune usato dagli entomologi: stafilino odoroso, che non attenua l’imbarazzo. Ed essere il cocchiere del diavolo completa l’opera denigratoria di questo piccolo insetto.

E’ vittima di una superstizione che si perde nei secoli. Pare che Giuda dovesse incontrarsi con GesΓΉ per quel famoso bacio, ma, avendone perse le tracce, chiese ad alcuni coleotteri se l’avessero visto. Gli insetti, inarcando all’unisono la parte posteriore dell’addome in una direzione ben specifica, mostrarono la via a Giuda. Il resto della storia Γ¨ ben nota e ai poveri coleotteri Γ¨ rimasta la pessima nomea. E si pensava pure (forse lo si pensa ancora) che ucciderne uno, di cocchiere del diavolo, il venerdΓ¬, equivalesse alla remissione di tutti i peccati commessi nella settimana corrente.

Altre superstizioni lo vogliono presente al momento in cui Eva mangiΓ² la mela della conoscenza. Lei, accortasi dell’inganno, gettΓ² via la mela; fu un cocchiere del diavolo a mangiarsi il torsolo del frutto incriminato. Ma anche i tempi moderni non sono troppo benevoli con l’insetto. Nel mondo anglosassone Γ¨ chiamato “𝘀𝘰𝘧𝘧π˜ͺ𝘯 𝘀𝘢𝘡𝘡𝘦𝘳”, il tagliatore di bare. Questa sua presunta capacitΓ  artigianale deriva dal possente (per la stazza) apparato boccale che ha.

Nello specifico, Γ¨ la femmina che usa mandibole e mascelle con vigore. Ammettiamo pure che l’insetto sia velatamente incline alla rissa; vi invito comunque a testare – senza infastidirla troppo – questa disposizione d’animo che ha la signora cocchiera.

Ma riprendiamo un piglio scientifico. Dicevamo: coleottero della famiglia dei Staphylinidi, dal corpo allungato che raggiunge dimensioni di 3,5 – 4 cm. di colore nero, dotato di ali membranose che usa di rado e zampe anteriori potenti e ben sviluppate (da cui il “piede veloce”). La testa Γ¨ piatta e sono ben evidenti le mascelle, caratteristica tipica della predatrice. All’altro capo dell’animaletto, c’Γ¨ la coda. E’ priva di pungiglione, ma la posa che il cocchiere del diavolo assume come atto difensivo, potrebbe far supporre il contrario.

Non appena si sente minacciato, inarca l’addome verso l’alto, puntando la coda in direzione del molestatore. E se gli manca il pungiglione, lui sopperisce con ghiandole che secernono un liquido repellente, che spiega l’epiteto “olens”.

E’ un onnivoro opportunista, mangia di tutto: coleotteri, miriapodi, bruchi, lombrichi, opilioni, non disdegnando qualche lumaca morta. Commette, in tempi di risorse trofiche limitate, anche il cannibalismo fra individui adulti. Pochi altri insetti hanno il coraggio e i mezzi per predarlo.

Lo troviamo nei sottoboschi, prati umidi, foreste e giardini, basta che siano umidi e ombreggiati. Ha attivitΓ  prevalentemente crepuscolare, ma non Γ¨ raro incontrarlo anche di buon mattino; durante le ore diurne, si nasconde nel legname marcio o sotto ai sassi.

L’accoppiamento avviene in autunno e le uova sono deposte singolarmente. Dopo un mese, le larve che ne escono sono simili ai genitori, ma di dimensioni inferiori e prive di ali. Trascorrono i mesi invernali nella lettiera umida, riparandosi dalle temperature piΓΉ rigide. Dopo cinque mesi e due mute, si impupano per raggiungere lo stadio adulto. Solitamente ad aprile gli individui adulti escono dai rifugi e fino ad ottobre setacciano il loro territorio a caccia di prede. Non di rado, l’adulto riesce a sopravvivere al secondo inverno; evento abbastanza insolito nel mondo entomologico.

La sua diffusione naturale comprende quasi tutta l’Europa, isole temperate incluse. E’ stato introdotto accidentalmente sulla costa pacifica dell’America settentrionale.

Ultima nota di costume: il cocchiere del diavolo Γ¨ il protagonista del romanzo π˜‹π˜¦π˜·π˜ͺ𝘭’𝘴 𝘊𝘰𝘒𝘀𝘩 𝘏𝘰𝘳𝘴𝘦 scritto da Richard Lewis nel 1979. Sicura di stimolare la vostra curiositΓ , vi rivelo soltanto che l’insetto adotta abitudini alimentari antropofaghe. Leggetelo, attendo recensioni.

Cocchiere del diavolo
Cocchiere del diavolo (foto: Luciana Bartolini)