Savalòns

𝐋𝐨 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐯𝐢 𝐜𝐡𝐞?

Alcuni dei miei spiegoni hanno accennato alle tùmbare sparse per il Friuli VG planiziale. Oggi facciamo un salto temporale in avanti per parlarvi della cultura dei 𝘾𝙖𝙨𝙩𝙚𝙡𝙡𝙞𝙚𝙧𝙞. Si tratta di un fenomeno di antropizzazione e urbanizzazione dell’area del Friuli VG collocata tra i fiumi Tagliamento e Torre e la linea delle Risorgive. Nel periodo compreso fra la Media età del Bronzo (1’600 – 1’350 a.C.) e la prima età del Ferro (1’020 – 450 a.C.) vennero edificati numerosi villaggi fortificati e circondati da muraglie difensive, di cui ancora oggi la zona reca tracce.

Uno di quelli meglio conservati è il 𝘊𝘢𝘴𝘵𝘦𝘭𝘭𝘪𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘪 𝘚𝘢𝘷𝘢𝘭ò𝘯𝘴, in comune di Mereto di Tomba (UD). Prima che 𝙇𝙤𝙙𝙤𝙫𝙞𝙘𝙤 𝙌𝙪𝙖𝙧𝙞𝙣𝙖 (1867-1956) ne decretasse un’origine protostorica, erano sorte numerose tesi circa l’epoca e i fautori della costruzione. Gli Eneti – popolo dell’Anatolia – fuggitivi dalla guerra di Troia, bisognosi di un riparo dai Carni celtici; i Romani come funzione di accampamento militare; un popolo barbaro invasore non meglio identificato durante il Medioevo.

Allo studioso Quarina è da attribuire la precisa e rigorosa catalogazione topografica di 16 castellieri e 27 tumuli funerari, nonché la loro datazione.

Il Castelliere di Savalòns ha un perimetro di 770 metri, a delimitare 3 ettari di terreno entro cui sorgeva un villaggio. La cinta difensiva, detta “a terrapieno” (cioè innalzata artificialmente rispetto al terreno circostante) è a pianta quadrangolare con angoli smussati. Non rispetta esattamente l’orientamento solita dei 4 punti cardinali: è leggermente ruotato verso ovest, probabilmente per assecondare un corso d’acqua limitrofo, oggi scomparso.

Allo stato attuale il 𝙩𝙚𝙧𝙧𝙖𝙥𝙞𝙚𝙣𝙤, detto àggere, ha altezza variabile, da un minimo di 2 a un massimo di 4,50 metri. Sicuramente era più elevato, in origine. Esternamente correva un 𝙛𝙤𝙨𝙨𝙖𝙩𝙤, anch’esso artificiale; ne resta traccia lungo la sezione occidentale. Il Castelliere era dotato di un 𝙫𝙖𝙧𝙘𝙤 settentrionale fin dalla sua edificazione. Ad oggi se ne intravvedono altri due. Uno, a sud-est, è stato realizzato in epoca moderna. L’altro, a ovest, è frutto di uno spianamento per scopi agricoli, risalente agli anni ’50 del secolo scorso.

Ma come venivano eretti i Castellieri? Indagini condotte dall’Università di Udine nel 2003 hanno appurato che quello di Savalòns è stato edificato in tre fasi ben distinte.

La fondazione del villaggio (Media età del Bronzo, XV-XIV secolo a.C.) su un terreno limoso e ghiaioso, circondato da un vallo di forma troncopiramidale e da un fossato. Una palizzata in legno rendeva difficile il superamento offensivo del terrapieno.

Una seconda fase di potenziamento della cinta (fine Bronzo Medio – inizi Bronzo Recente, XIV-XIII secolo a.C.), grazie a cassoni lignei colmati con terra e ghiaia a formare due gradoni di rinforzo interni. Venne aggiunta una seconda linea di palizzata sul terrapieno e approfondito il fossato esterno.

L’ultima fase (Bronzo Recente – inizi del Bronzo Finale, XIII e il XII secolo a.C.), di ampliamento del Castelliere e della sua linea difensiva, fino alle dimensioni attuali del sito protostorico. Un sofisticato sistema di cassoni lignei ad incastro – detto 𝘣𝘭𝘰𝘤𝘬𝘣𝘢𝘶 – rendevano il versante esterno ripido e difficilmente attaccabile. Il fossato venne allargato fino a raggiungere 15 metri di ampiezza.

In questa conformazione il Castelliere resta abitato fino all’inizio dell’Età del Ferro (IX – VIII secolo a.C.). Con l’arrivo dei Carni, popolazione Celtica scesa in Friuli tra il 600 e il 400 a.C., i villaggi fortificati vengono progressivamente abbandonati. Nel II sec. a.C., all’epoca dell’ingresso dei Romani in regione, l’alta pianura friulana e la fascia delle Risorgive è ormai solo punteggiata da piccoli abitati sparsi.

Le 𝙞𝙣𝙙𝙖𝙜𝙞𝙣𝙞 𝙖𝙧𝙘𝙝𝙚𝙤𝙡𝙤𝙜𝙞𝙘𝙝𝙚 hanno restituito uno spaccato di vita del villaggio, grazie a frammenti di vasi e contenitori, resti alimentari e ciottoli ad uso edilizio. Le mode e i gusti estetici del tempo ricalcano forme e colori dei manufatti ritrovati, tessendo un filo cronologico tra i secoli di occupazione del sito. Il villaggio fortificato di Savalòns non è mai stato densamente abitato ma ha rappresentato comunque un’importante opera di urbanizzazione locale. Scavare fossati, innalzare terrapieni, disboscare ampi spazi, creare prati e pascoli, costruire insediamenti civili, allestire laboratori e intavolare commerci coi villaggi limitrofi ha comportato notevole ingegno e sforzi umani.

Recentemente il Comune di Mereto di Tomba ha acquisito tutta l’area del castelliere, realizzando un “Parco Archeologico” per rendere fruibile il sito sia a scopo didattico che a scopo turistico.

ᶠᵒᵗᵒ: ᵛⁱᵛⁱᶜᵒᵈʳᵒⁱᵖᵒ ⁽ᵗʳᵃᵗᵗᵃ ᵈᵃˡ ʷᵉᵇ, ᵈⁱ ᵖᵘᵇᵇˡⁱᶜᵒ ᵈᵒᵐⁱⁿⁱᵒ⁾

Il castelliere di Savalòns, Mereto di Tomba
Il castelliere di Savalòns, Mereto di Tomba